Corriere della Sera

IL BISOGNO DEI RAGAZZI DI AMARE E ESSERE AMATI

- Di Don Antonio Mazzi

Cari ragazzi, il Natale mi obbliga a chiedervi scusa a nome di tutti noi adulti. Vi stiamo vergognosa­mente criminaliz­zando. Copertine orribili, gigantogra­fie sulle prime pagine dei giornali, trasmissio­ni televisive da guardoni, vi hanno messo sul banco degli assassini. Vorrei voltare pagina.Se vi sono imputati in questi periodi, siamo noi adulti: genitori, docenti, preti, politici, incapaci di essere saggi, autorevoli, pazienti e credibili.

Vorrei, con voi, riflettere su una cosa che mi interessa particolar­mente. Sono diventato prete per «colpa» vostra, perché sconvolto dalle violenze che già pullulavan­o dentro le case negli anni Cinquanta. Da allora vivo giorno e notte con i giovani, normali e meno.

Voglio parlarvi del mondo dei desideri. Ognuno di noi è ciò che desidera. Più desidera, più è! La mia società era quella dei tanti doveri e dei pochi desideri. Anzi i desideri erano peccato, perditempo.

I poveri possono arrivare a desiderare al massimo un tozzo di pane. Oggi, invece, vivete in una società che, arricchita in modo vorticoso e insperato, può permetterv­i di essere strapieni di desideri e quasi vuoti di doveri. Per cui mentre ieri tutta la riflession­e si rivolgeva: su quale senso dare ai doveri, oggi senza trascurare il peso dei doveri, prima bisogna insieme, riflettere su quale senso possano avere questi desideri immensi e sconfinati. Per cui ciò che vi balena davanti non è solo un ipotetico e lontano paese dei balocchi cui prima o poi approdare. Siete già immersi in questo strano paese (provvisori­amente in pausa per Covid).

Sembra infatti che ogni desiderio oggi non solo possa ma debba essere soddisfatt­o, anche se impossibil­e. Tra questi grandi desideri, nell’adolescenz­a emerge impellente e irrefrenab­ile il desiderio di amore. Di un amore grande, infinito, da comperarsi a qualsiasi prezzo.

Chi è quell’adolescent­e che non voglia incontrare l’amore subito, che accetti limiti al suo amore, che sappia distinguer­e tra amicizia, innamorame­nto e amore, che non voglia tutto questo? Purtroppo nascosti sotto questa parola ci sono dei trabocchet­ti micidiali. Si chiamano egoismo, libertà esagerata, confusione tra quello che vorremmo e quello che facciamo, l’incapacità di capire fino a che punto gli impulsi siano più segno di un impulso selvatico che di un amore oblativo.

Messo dentro la vostra adolescenz­a precoce, questo stupendo desiderio vi potrebbe far scoppiare. Siete come un motore di una macchina così spinto e aggressivo capace di farla esplodere. Tutto quello che vi ho detto lo avete già capito da tanto, e molti di voi già lo vivono.

Come potete far si che le vostre amicizie vere e profonde non vengano confuse con avventure disordinat­e e sconsacrat­orie? Come far si che i vostri affetti dirompenti e il vostro bisogno di essere amati coincida con l’impianto della volontà adeguato e con la capacità da parte vostra di dotarvi di strumenti autocorret­tivi?

Vorrei tanto che questa avventura adolescenz­iale alla ricerca del grande amore, non diventasse un problema né tantomeno un dramma per voi e per gli altri.

Se i vostri padri fossero stati padri veri e non fotocopie di avventure passionali, o nostalgici padri padroni, avrebbero già dovuto, durante l’infanzia equipaggia­rvi di alcune virtù, quali il principio di realtà, la capacità di superare sconfitte, accettare limiti regole, doveri.

Siete una pianta secolare e non un fiorellino di stagione. A voi non bastano quattro gocce d’acqua o un vasetto di terracotta posto sul davanzale della finestra. Avete bisogno di radici profonde, di grandi spazi, e di un cielo che vi aiuti a ossigenarv­i.

Ricordatev­i che tante volte è più facile vivere tra la tempesta, la pioggia, la neve, che sotto il sole cocente. Non lasciatevi accecare per un di più di sole. Buon Natale da uno che vi ama!

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