Corriere della Sera

L’ex dirigente della Lega ucciso sotto casa

Colleoni colpito alla testa e al volto nella Bergamasca. Lasciata la politica, gestiva la trattoria «Il Carroccio»

- di Fabio Paravisi Berbenni, Ubbiali

Giallo sull’uccisione nella Bergamasca di Franco Colleoni, 68 anni, ex dirigente della Lega.

«Vivere senza libertà», inizia la scritta sul muretto, da cui si è scrostato il resto del vecchio slogan leghista. Ma l’insegna della trattoria «Il Carroccio» è ben visibile a fianco del cancellino. Ed è proprio dietro quel lungo muretto giallo che ieri mattina è stato assassinat­o con violenti colpi alla testa e al volto Franco Colleoni, 68 anni, per cinque anni segretario provincial­e della Lega Nord di Bergamo.

Un delitto per il quale pare non esserci ancora una pista certa, tanto che nella tarda serata i carabinier­i stavano ancora ascoltando familiari, amici e conoscenti di Colleoni per capire cosa possa essere stato ad armare la mano dell’assassino. Anche se la furia con la quale l’omicida si è accanito sulla vittima può far pensare a un movente di tipo personale, a qualcuno che covasse gravi motivi di risentimen­to poi esplosi nell’aggression­e.

A Dalmine, comune di cui era stato anche assessore, Colleoni era da ventisei anni proprietar­io della trattoria «Il Carroccio», locale tappezzato di poster e simboli del partito di Umberto Bossi. Lui stesso, iscrittosi nel 1988 a quella che era ancora la Lega Lombarda, prima ancora di diventare numero uno del partito provincial­e tra il 1999 e il 2004, era uno che al telefono rispondeva dicendo non «Pronto» ma «Padania libera». E aveva lasciato il partito quando lo aveva visto allontanar­si dalle posizioni originarie.

Il locale è al pianterren­o di una cascina ristruttur­ata in cui si trova, al piano superiore, la sua abitazione. Ma in cui c’è anche quella della ex moglie Tiziana Ferrari da cui Colleoni era separato da tempo ma con cui era rimasto in buoni rapporti e quella di uno dei due figli, Francesco. È stato lui ieri mattina alle 11.30 ad aprire il cancellino che dalla strada introduce alla corte. E in fondo al sentiero che conduce alla trattoria ha trovato a terra il corpo senza vita del padre, con la testa e il volto fracassati da diversi colpi di un corpo contundent­e. L’uomo ha avvisato il 112 e poi la madre e il fratello Federico che vive nella stessa via.

Secondo i primi riscontri Franco Colleoni era morto da poche ore e l’assassino potrebbe avere usato uno degli utensili da giardino custoditi in quel punto del cortile, alcuni dei quali sono stati trovati

Verifiche

Le forze dell’ordine a Dalmine (Bergamo) sulla strada dove si trova la casa nella quale è stato ucciso Franco Colleoni sporchi di sangue. Sono stati tutti repertati, ma servirà l’autopsia per capire se fra loro c’è l’arma del delitto. Durante le prime ispezioni i carabinier­i del Nucleo operativo di Bergamo e della Compagnia di Treviglio hanno poi trovato l’abitazione di Colleoni messa a soqquadro, e per questo una delle prime ipotesi era stata quella che la vittima potesse avere sorpreso dei ladri in fuga, che avrebbero poi reagito con violenza. Ma proprio le modalità dell’aggression­e hanno fatto perdere importanza a questa pista, insieme al fatto che nessuno dei vicini ha visto o sentito niente. Si pensa quindi che a scatenare l’assassino sia stato qualcosa legato alla vita personale di Franco Colleoni. Nel frattempo sono state requisite le immagini di tutte le telecamere del Comune per capire se qualcuno abbia gironzolat­o con frequenza nella zona del «Carroccio». Come sottolinea­no in Procura, tutte le piste sono ancora aperte.

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