Somministrata una dose su dieci L’Italia è lenta sulle vaccinazioni
Consegne slittate per il maltempo e carenza di siringhe Arcuri: «Non c’è un elenco completo dei centri»
1 Le vaccinazioni in Italia procedono a rilento?
Sul sito del ministero della Salute fino a ieri sera risultavano eseguite 52 mila inoculazioni. I responsabili dei centri ospedalieri interpellati affermano di «lavorare 12 ore al giorno comprese le festività». Eppure risulta eseguita una inoculazione su 10, tanto che la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa su Twitter ha scritto che «serve un’accelerazione poderosa».
2 Quando è partita la campagna?
Il 27 dicembre in forma simbolica, con poche centinaia di dosi. La prima, cospicua consegna di 470 mila dosi prevista il 30 dicembre da parte di Pfizer è slittata di un paio di giorni a causa del maltempo e non sono state distribuite alle Regioni con gli stessi tempi. Viene anche denunciata la carenza di siringhe. La somministrazione è riservata in via prioritaria a operatori sanitari e ospiti delle residenze per anziani per un totale di circa 2 milioni di cittadini. Il 6 gennaio l’agenzia Ema dovrebbe approvare il vaccino dell’azienda americana Moderna e si potrebbe contare da gennaio su un maggiore quantitativo di dosi, ancora insufficiente però per una campagna di vaccinazione di massa da allargare al resto della popolazione.
3 C’è carenza di vaccinatori?
No, se si fa riferimento ai vaccinatori impegnati negli ospedali. In Italia le singole strutture si sono organizzate al loro interno per assicurare la profilassi al personale che si è prenotato. Riportiamo il modello organizzativo del Policlinico universitario Agostino Gemelli. È stata nominata una coordinatrice del centro vaccinale Covid, Patrizia Laurenti, poi il team: «Della squadra fanno parte 8 medici e 17 infermieri in servizio presso la farmacia ospedaliera che si dividono fra diluitori delle dosi e somministratori veri e propri. I diluitori sono infermieri esperti che normalmente preparano sacchi per chemioterapia e nutrizione parenterale».
4 Quando la campagna di vaccinazione verrà allargata al resto della popolazione?
Non prima di marzo. Nel sito della struttura commissariale per l’emergenza è stato pubblicato un bando per il reclutamento di medici, infermieri e assistenti sanitari da arruolare come vaccinatori, retribuiti con stipendio mensile per 9 mesi, quasi 59 mila euro lordi per i medici e 28 mila lordi per gli infermieri. Il bando si è chiuso il 28 dicembre 2020. Hanno risposto circa 20 mila candidati e si sta procedendo alla selezione di 13 mila persone attraverso 5 agenzie per il lavoro. Secondo Filippo Anelli, presidente della Federazione ordini dei medici (Fnomceo), come previsto, alla chiamata hanno risposto in gran parte medici pensionati e specializzandi che non sono rientrati nelle scuole di specializzazione.
5 È prevista una formazione per i nuovi vaccinatori?
L’Istituto superiore di Sanità ha avviato un corso online al quale si sono iscritti finora 7 mila fra medici e infermieri indicati dalle Regioni. Fra i moduli del corso, uno riguarda l’«esitazione vaccinale» (cioè chi non è pienamente convinto) per mettere in grado i partecipanti di chiarire dubbi e i timori ai cittadini.
6 Quanti sono i centri vaccinali per il Covid?
Non si sa. Il commissario Domenico Arcuri ha risposto a una richiesta del giornale online ZetaLuiss il 29 dicembre 2020: «L’elenco completo dei centri vaccinali è in divenire e non si dispone di un’elencazione completa».
7 Come si stanno organizzando le Regioni?
Stanno acquisendo spazi dove collocare i gazebo contrassegnati dalla primula, il simbolo che identifica la campagna di vaccinazione di massa. Alcune Regioni hanno previsto il coinvolgimento a livello organizzativo degli operatori dei centri di prevenzione delle Asl, impegnati tutto l’anno nelle normali attività di profilassi contro le malattie infettive pediatriche.