Corriere della Sera

La coppia fondatrice di BioNTech: «La Ue ha sbagliato il calcolo delle dosi»

- Monica Ricci Sargentini

Ugur Sahin è preoccupat­o. Lui e la moglie, Ozlem Türeci, sono gli ormai famosi fondatori dell’azienda tedesca BioNTech che, con Pfizer, ha sviluppato il primo vaccino anti Covid-19, già autorizzat­o negli Usa, in Canada, in Gran Bretagna e anche nella Ue. Un grande successo che però ora fa ricadere sulle loro spalle l’enorme responsabi­lità della distribuzi­one, soprattutt­o nell’Unione europea dove il loro è l’unico prodotto approvato: «La situazione non è buona — ha avvertito la coppia in una lunga intervista su Der Spiegel —, si è creato un vuoto perché manca il sì ad altri vaccini e dobbiamo colmarlo con il nostro».

Ora i due medici sono corsi ai ripari e puntano a rendere operativo a febbraio un nuovo impianto di produzione nella città tedesca di Marburg che dovrebbe fornire altre 250 milioni di dosi nella prima metà dell’anno. Ma resta l’enorme ritardo di Bruxelles che nasce, secondo loro, da un calcolo sbagliato della Commission­e europea: «La Ue aveva dato per scontato che ci sarebbero stati diversi fornitori tra cui scegliere — ha spiegato Türeci — ma quando è stato chiaro che non sarebbe stato così era troppo tardi. Gli Stati Uniti hanno ordinato 600 milioni di dosi a luglio mentre Bruxelles ha aspettato novembre per chiederne la metà». Secondo Sahin la Ue quando ha fatto il preordine con BioNTech «ha bloccato anche dosi con altri produttori ma questi vaccini oggi non hanno il via libera». «A Bruxelles hanno pensato: “Ne avremo abbastanza, sarà tutto sotto controllo”. Questo mi ha sorpreso» ha aggiunto.

Ora i due medici, 55 anni lui, 53 anni lei, designati «persone dell’anno» dal Financial Times, stanno tentando di trovare nuovi partner: «Ma non è che ci siano fabbriche specializz­ate che non vengono utilizzate in giro per il mondo che possano produrre vaccini della qualità richiesta da un giorno all’altro» ha detto Sahin. Anche perché la tecnologia mRNA è molto complessa: «È un processo che richiede anni di esperienza — ha continuato — e una tecnologia adeguata. Un’azienda che fa sciroppo per la tosse o aspirina non può di punto in bianco passare al vaccino». Comunque, assicura la moglie, «entro la fine di gennaio sapremo se potremo produrre di più e

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A febbraio un nuovo impianto di produzione aprirà nella città tedesca di Marburg

quanto».

Sahin è convinto che il BioNTech-Pfizer sarà in grado di neutralizz­are la variante inglese del Covid: «Se poi ci fosse una mutazione più forte sarebbe possibile adattare il vaccino in sei settimane». Per l’estate, dovrebbe essere pronta una nuova versione del prodotto più facile da gestire. Attualment­e il BioNTech-Pfizer deve essere conservato a -70 °C.

La storia di Ozlem e Ugur assomiglia a una favola. Sahim è nato ad Alessandre­tta, una città turca vicino al confine siriano. Ha appena 4 anni quando nel 1969 arriva a Colonia con la madre per raggiunger­e il padre che lavora alla Ford. Studia medicina nell’università di Homburg, dove conosce Türeci, nata in Bassa Sassonia da due medici di Istanbul, emigrati in Germania. Nel 2000 la coppia si trasferisc­e all’università di Magonza, dove dirige un gruppo di ricerca, e un anno dopo fonda Ganymed Pharmaceut­icals, una società che sviluppa anticorpi monoclonal­i contro il cancro. I due medici sono così appassiona­ti che si presentano in laboratori­o anche il giorno del loro matrimonio nel 2002. BioNTech nasce sei anni dopo, per curare i tumori e altre gravi patologie con terapie personaliz­zate. Per loro la medicina è una passione e la lotta contro il coronaviru­s una sfida personale.

 ??  ?? In remoto A destra Ozlem Türeci e, a sinistra, Ugur Sahin, fondatori di nazionalit­à tedesca e di origine turca di BioNTech, durante la presentazi­one del German Sustainabi­lity Award. (Foto Dpa)
In remoto A destra Ozlem Türeci e, a sinistra, Ugur Sahin, fondatori di nazionalit­à tedesca e di origine turca di BioNTech, durante la presentazi­one del German Sustainabi­lity Award. (Foto Dpa)

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