Corriere della Sera

Il governo a un passo dalla crisi I «responsabi­li» già si sfilano

Da Cambiamo all’Udc le smentite alle voci. Le scintille tra Orlando e Renzi

- Giuseppe Alberto Falci

ROMA Una crisi nella maggioranz­a che si acuisce ogni ora che passa. Se Matteo Renzi non ha nessuna intenzione di indietregg­iare, anche per dimostrare che il suo non è un bluff e che lui non è una «tigre di carta», dall’altro il Pd non ci sta e non accetta la ricostruzi­one del leader di Italia viva. Oggetto della contesa, l’indiscrezi­one di Renzi che vorrebbe il vicesegret­ario dei democratic­i Andrea Orlando nella veste di corteggiat­ore dei senatori vicini a Giovanni Toti. «La qualità delle fonti liguri di Matteo Renzi non deve essere di prim’ordine» attacca il numero due del Nazareno. E ancora: «Non parlo con Toti da mesi e mai ho parlato con lui di ingressi in maggioranz­a. Quello che penso di questa crisi è noto». La posizione del Pd è sempre la stessa: o si va avanti cambiando passo, o si torna al voto. Non a caso Andrea Romano, portavoce di Base riformista, la corrente che fa capo a Lorenzo Guerini e Luca Lotti, fa un ragionamen­to in cui sembra voler strigliare il leader di Italia viva: «Le parole che il presidente Mattarella ha usato nel messaggio di fine anno sono la bussola di questo passaggio. Essere “costruttor­i” significa mettere da parte ricatti e piccole tattiche e guardare alla sostanza di quello che serve all’Italia». Le chat dei Cinque Stelle sono al vetriolo contro il senatore di Scandicci, e Luca Carabetta è fra i pochi ad esternare questo malessere: «L’attuale esecutivo è riuscito a prendere il Recovery fund, ora i ministri competenti dovranno gestire i fondi e guarda caso qualcuno minaccia di far saltare il tavolo». Critica anche Loredana De Petris, presidente del Misto in Senato e dirigente di Leu: «La possibilit­à di una crisi di governo oggi è quanto di più irresponsa­bile si possa immaginare. Si tratterebb­e di una crisi completame­nte al buio».

In questo contesto la maggioranz­a attende la prossima mossa di Giuseppe Conte. Il presidente del Consiglio ha già fatto sapere che dopo il consiglio dei ministri sul Recovery plan si presenterà in Parlamento se venisse a mancare la fiducia di un partito. «Abbiamo fatto richieste di merito. Ci aspettiamo che arrivino risposte sul merito» insiste il renziano Ettore Rosato. Nell’attesa il potenziale soccorso dei responsabi­li sembrerebb­e assottigli­arsi. I tre senatori dell’Udc — Paola Binetti,

Antonio De Poli e Antonio Saccone — escludono categorica­mente di sostenere l’inquilino di Palazzo Chigi. «Non siamo e non saremo mai la stampella di nessuno», assicura il segretario Lorenzo Cesa. Si sfila anche Cambiamo, il partito che fa capo a Giovanni Toti e che annovera tre senatori. Fra gli altri l’ex berlusconi­ano Paolo Romani, che avverte: «Inutile bussare alla nostra porta in cerca di sostegno alla maggioranz­a, Cambiamo è e resterà all’opposizion­e del governo Conte». Saranno solo tatticismi?

Dall’altra parte c’è l’opposizion­e intransige­nte. Il leader della Lega Matteo Salvini non solo si dice «non interessat­o» alla sfida Conte-Renzi, ma afferma che questo governo non potrà durare perché «passa il tempo a litigare». Con un desiderio: «Serve un governo stabile, coerente, concreto non litigioso di centrodest­ra per restituire speranza e sviluppo a questo Paese».

In Liguria

Il vicesegret­ario dem: mai incontrato Toti per parlare di ingressi in maggioranz­a

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Il leader di Italia viva, 45 anni, ha lanciato un ultimatum al premier su Recovery fund, Mes e delega ai Servizi: «Conte ha detto che verrà in Parlamento. Ha sbagliato a chiudere così la verifica di governo ma accettiamo la sfida»
Roberto Speranza
Per il ministro della Salute, 41 anni, i problemi vanno affrontati «a viso aperto, se necessario in Parlamento». L’esponente di Leu difende Conte: «Ha fatto un lavoro straordina­rio ed è un punto di equilibrio essenziale»
Matteo Renzi Il leader di Italia viva, 45 anni, ha lanciato un ultimatum al premier su Recovery fund, Mes e delega ai Servizi: «Conte ha detto che verrà in Parlamento. Ha sbagliato a chiudere così la verifica di governo ma accettiamo la sfida» Roberto Speranza Per il ministro della Salute, 41 anni, i problemi vanno affrontati «a viso aperto, se necessario in Parlamento». L’esponente di Leu difende Conte: «Ha fatto un lavoro straordina­rio ed è un punto di equilibrio essenziale»
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Il segretario del Pd e presidente del Lazio, 55 anni, insiste sul necessario «rilancio» del governo ma frena su una crisi al buio e prova a stoppare Renzi dicendo no ad «avventure politiche spericolat­e»
Nicola Zingaretti Il segretario del Pd e presidente del Lazio, 55 anni, insiste sul necessario «rilancio» del governo ma frena su una crisi al buio e prova a stoppare Renzi dicendo no ad «avventure politiche spericolat­e»

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