Corriere della Sera

«Il premier non può sottrarsi a un chiariment­o vero Doveva già farlo mesi fa»

Il senatore pd Zanda: le fratture create da Renzi vanno affrontate

- di Monica Guerzoni

ROMA O Giuseppe Conte accetta il confronto con i partiti che lo sostengono, o il suo governo avrà vita brevissima. Per Luigi Zanda, senatore del Pd molto vicino al segretario, il premier «avrebbe dovuto aprire la verifica mesi fa». Perché ora, con i tempi strettissi­mi del Recovery fund, è tutto più rischioso: «Al punto in cui sono arrivate le cose è difficile che si vada avanti senza un chiariment­o vero, nei contenuti e sulla struttura del governo».

Nei piani di Renzi il chiariment­o porta al rimpasto, o alla crisi di governo?

«Renzi ha modi spicci, qualche volta anche sgradevoli e non ha molta attenzione all’etichetta politica. Ma i governi di coalizione sono molto faticosi e chi li presiede deve sapere che il confronto anche rude con i partiti che lo sostengono sarà sempre il suo pane quotidiano».

Dove ha sbagliato Conte?

«Bisogna che lui si apra a un confronto continuo con i partiti. Le fratture aperte da Renzi vanno affrontate con pazienza e ricomposte nel merito, poi verrà il resto».

Verrà il resto, o verrà il voto anticipato?

«Non bisogna mai temere le elezioni, ma avremo fra poco un nuovo piano sui 209 miliardi europei e mi auguro che questi progetti consistano prevalente­mente in investimen­ti che facciano lievitare il Pil e l’occupazion­e. L’alto debito che stiamo facendo si può giustifica­re solo se fatto con la vista lunga per far crescere l’economia. E poi c’è da affrontare il tema del Mes».

È sul Mes che Renzi farà cadere Conte?

«L’Italia ha bisogno di una sanità d’eccellenza e se abbiamo bisogno dei miliardi del Mes li dobbiamo prendere».

Conte deve cedere la delega ai Servizi segreti?

«La grossa anomalia è che se ne parli pubblicame­nte con questi toni. I Servizi sono il punto nevralgico e delicatiss­imo dell’apparato dello Stato, non dovrebbero mai entrare nella sfida politica su giornali e nei talk show. Conte ha tutto il diritto di tenersi la competenza perché la legge gli dà questo potere, ma sarebbe bene che i Servizi fossero seguiti da una personalit­à a tempo pieno».

I temi posti da Renzi sono condivisi dal Pd?

«Penso siano condivisi anche da Conte. Mi sembra abbia riconosciu­to che la prima bozza del piano Next Generation Eu andava profondame­nte rivista, tanto che lo ha fatto. Prima di renderla operativa la presenterà al Parlamento».

Renzi ritirerà le sue ministre?

«Se lo fa, siamo davanti a una crisi di governo. Comunque ci sarebbe un cambio di maggioranz­a e quindi il bandolo passerebbe in mano al presidente della Repubblica e al Parlamento, che dovrebbe verificare nuove soluzioni».

È auspicabil­e che Conte trovi il sostegno di alcuni senatori «responsabi­li»?

«Io sono molto freddo su queste formule. Un gruppetto di responsabi­li di vari schieramen­ti che supporti il governo non è una risposta all’altezza della gravità della situazione economica, sociale e sanitaria del Paese. Oggi servono governi con maggioranz­e solide».

Il Partito democratic­o sosterrebb­e un Conte III? O meglio un esecutivo di unità nazionale, guidato magari da Mario Draghi?

«Lasciamo Draghi fuori dalle nostre beghe in questo momento. E lasciamo anche perdere governi di unità nazionale, per i quali non vedo ora il presuppost­o politico. Il sostegno del Pd al governo Conte è stato sinora fuori discussion­e, adesso con l’arrivo dei fondi europei serve un suo cambio di passo».

In sostanza, cosa vuole il Pd dal premier?

«Il debito pubblico sta arrivando al 160%, con disoccupaz­ione molto alta. Se non saremo capaci di investire le risorse della Ue per far crescere la nostra economia del 2 o 3 per cento l’anno, avremo fallito. Questa è l’asticella che il nostro piano sul Recovery deve superare».

Il voto e i fondi Ue

Non bisogna mai temere le elezioni, ma avremo fra poco un nuovo piano sui 209 miliardi Ue mi auguro che questi progetti facciano lievitare il Pil

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Luigi Di Maio
Ministro degli Esteri, 34 anni, ex capo politico M5S, sul futuro del governo ha detto: «C’è chi parla di rimpasto ma quando si apre una crisi non si può sapere come finirà. E l’esito potrebbe essere quello di andare al voto»
Le posizioni Luigi Di Maio Ministro degli Esteri, 34 anni, ex capo politico M5S, sul futuro del governo ha detto: «C’è chi parla di rimpasto ma quando si apre una crisi non si può sapere come finirà. E l’esito potrebbe essere quello di andare al voto»

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