«Sbagliato fare polemica sulla pelle di un neonato Non si tratti con la paura il tema immigrazione»
Toti e gli attacchi degli alleati sul post di auguri
Un post su Facebook di auguri ai nuovi nati in Liguria che scatena proteste e razzismo. L’ipotesi che il suo partito, Cambiamo, possa sostenere il governo Conte in difficoltà. Una lettera anonima in cui si minacciano le bombe se non farà riaprire bar e ristoranti. Giovanni Toti ha iniziato così il 2021. Ma non perde la calma.
Partiamo dalla lettera di minacce: l’ha spaventata?
«Non cambierò la mia vita, non girerò con la scorta, voglio mantenere le mie libertà. La considero però frutto di esasperazione, pericolosa se trovasse cattivi maestri a soffiare sul fuoco. Per questo auspico serietà e sobrietà: evitiamo tutti la delegittimazione reciproca».
Lo dice anche ai suoi alleati, insorti per il post di auguri ai nuovi nati in Liguria, tra i quali la piccola Graeter?
«Mai mi sarei aspettato che un post di benvenuto ai primi nati dell’anno diventasse tema di dibattito politico. Ma ben venga se serve a chiarire alcune cose, anche se è fuori luogo farlo sulla pelle di un neonato».
Chiarire cosa?
«Se dobbiamo costruire un centrodestra moderno, che si candida a governare, dobbiamo tenere conto del mondo che ci circonda. Che è quello in cui nascono tante piccole Graeter, da immigrati naturalizzati, regolari o irregolari che qui vivono e lavorano. Un centrodestra che voglia essere rigoroso sull’immigrazione non deve far sorgere il dubbio che dietro scelte legislative ci sia qualcosa che somiglia alla paura o al rifiuto del diverso. Anche dove esiste una legislazione molto severa sull’immigrazione, penso agli Usa, c’è grande attenzione ai diritti sociali, economici, civili delle persone che lì vivono. Altrimenti si tratta il tema immigrazione con la pancia, mescolandolo a tendenze isolazioniste inesistenti nel mondo di cui vogliamo far parte».
Si può parlare senza troppi giri di parole di razzismo?
«In certi commenti sì, non in quelli di esponenti politici per i quali il tema era lo ius soli. Che non era tema del mio post: un bambino che nasce in ospedali pubblici, da genitori che qui vivono, in una regione con un tasso di natalità così basso, porta solo gioia. E di ius soli, in forme magari meno automatiche, non è un tabù ragionare. Ho dubbi sulla priorità del tema in un momento in cui le emergenze sono altre, ma un centrodestra al passo con le sfide mondiali non può escludere un ragionamento su dinamiche sociali, democratiche, demografiche. Senza faciloneria, in un senso e nell’altro».
Intanto si ipotizza un vostro aiuto al governo.
«Ne ho parlato anche con Renzi: l’ipotesi non esiste. Alle elezioni anticipate non crede nessuno ed ecco che si assiste a spericolate operazioni. Escludo di fare da ciambella di salvataggio di chicchessìa».
Auspica un governo Draghi?
«A un governo di unità nazionale con un programma limitato ma ambizioso (Mes, Recovery, vaccini) al quale magari una personalità come Draghi sarebbe disposta a dare un contributo, nessuna forza potrebbe sottrarsi».