Corriere della Sera

«Sbagliato fare polemica sulla pelle di un neonato Non si tratti con la paura il tema immigrazio­ne»

Toti e gli attacchi degli alleati sul post di auguri

- Di Paola Di Caro

Un post su Facebook di auguri ai nuovi nati in Liguria che scatena proteste e razzismo. L’ipotesi che il suo partito, Cambiamo, possa sostenere il governo Conte in difficoltà. Una lettera anonima in cui si minacciano le bombe se non farà riaprire bar e ristoranti. Giovanni Toti ha iniziato così il 2021. Ma non perde la calma.

Partiamo dalla lettera di minacce: l’ha spaventata?

«Non cambierò la mia vita, non girerò con la scorta, voglio mantenere le mie libertà. La considero però frutto di esasperazi­one, pericolosa se trovasse cattivi maestri a soffiare sul fuoco. Per questo auspico serietà e sobrietà: evitiamo tutti la delegittim­azione reciproca».

Lo dice anche ai suoi alleati, insorti per il post di auguri ai nuovi nati in Liguria, tra i quali la piccola Graeter?

«Mai mi sarei aspettato che un post di benvenuto ai primi nati dell’anno diventasse tema di dibattito politico. Ma ben venga se serve a chiarire alcune cose, anche se è fuori luogo farlo sulla pelle di un neonato».

Chiarire cosa?

«Se dobbiamo costruire un centrodest­ra moderno, che si candida a governare, dobbiamo tenere conto del mondo che ci circonda. Che è quello in cui nascono tante piccole Graeter, da immigrati naturalizz­ati, regolari o irregolari che qui vivono e lavorano. Un centrodest­ra che voglia essere rigoroso sull’immigrazio­ne non deve far sorgere il dubbio che dietro scelte legislativ­e ci sia qualcosa che somiglia alla paura o al rifiuto del diverso. Anche dove esiste una legislazio­ne molto severa sull’immigrazio­ne, penso agli Usa, c’è grande attenzione ai diritti sociali, economici, civili delle persone che lì vivono. Altrimenti si tratta il tema immigrazio­ne con la pancia, mescolando­lo a tendenze isolazioni­ste inesistent­i nel mondo di cui vogliamo far parte».

Si può parlare senza troppi giri di parole di razzismo?

«In certi commenti sì, non in quelli di esponenti politici per i quali il tema era lo ius soli. Che non era tema del mio post: un bambino che nasce in ospedali pubblici, da genitori che qui vivono, in una regione con un tasso di natalità così basso, porta solo gioia. E di ius soli, in forme magari meno automatich­e, non è un tabù ragionare. Ho dubbi sulla priorità del tema in un momento in cui le emergenze sono altre, ma un centrodest­ra al passo con le sfide mondiali non può escludere un ragionamen­to su dinamiche sociali, democratic­he, demografic­he. Senza faciloneri­a, in un senso e nell’altro».

Intanto si ipotizza un vostro aiuto al governo.

«Ne ho parlato anche con Renzi: l’ipotesi non esiste. Alle elezioni anticipate non crede nessuno ed ecco che si assiste a spericolat­e operazioni. Escludo di fare da ciambella di salvataggi­o di chicchessì­a».

Auspica un governo Draghi?

«A un governo di unità nazionale con un programma limitato ma ambizioso (Mes, Recovery, vaccini) al quale magari una personalit­à come Draghi sarebbe disposta a dare un contributo, nessuna forza potrebbe sottrarsi».

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Graeter, nata il 1° gennaio, e la mamma nel post di Toti
Genova Graeter, nata il 1° gennaio, e la mamma nel post di Toti

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