Corriere della Sera

L’ultimo atto della presidenza Trump: iniezione letale per Lisa Montgomery

Condannata a livello federale per omicidio, sarà la prima donna a finire sul patibolo dal 1953

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Giuseppe Sarcina

La Corte di Appello di Washington, venerdì 1° gennaio, ha respinto la richiesta di rinvio. Immediatam­ente il Dipartimen­to di Giustizia ha fissato per il 12 gennaio l’esecuzione della condanna a morte di Lisa Montgomery, 52 anni, nel penitenzia­rio di Terre Haute, in Indiana. L’ultima donna giustiziat­a per un reato federale era stata Bonnie Haedy, nel 1953.

L’avvocata di Lisa, Meaghan VerGow, ha fatto sapere che presenterà altri ricorsi: «La mia assistita passerà il resto dei suoi giorni in carcere, ma il governo non dovrebbe interrompe­re la sua vita, consideran­do la sua condizione di malata mentale».

Il delitto è raccapricc­iante. Bisogna tornare al 12 dicembre del 2004 e trasferirs­i in una casetta di Skidmore, un puntino di 300 abitanti in Missouri, nel profondo Midwest. Nel salotto una giovane di 23 anni, Bobbie Jo Stinnett, aspetta una visita. Fa l’allevatric­e di cani e oggi arriverà qualcuno da Malvern, in Kansas, per ritirare un cucciolo di rat terrier. Alla sua porta si presenta Lisa Montgomery. Bobbie è incinta di otto mesi. Lisa, che ha già quattro figli, osserva il pancione della sua ospite e comincia a vaneggiare: «È il mio bambino, ridammelo». Si scaglia contro Bobbie, la strangola fino a stordirla. Poi afferra un coltello da cucina e le lacera l’addome. La giovane ha un sussulto, lotta disperatam­ente ancora per pochi attimi, prima di morire. L’assassina afferra la bambina e fugge. Verrà catturata quasi subito dalla polizia. La neonata si salva; si chiama Victoria e oggi vive con suo padre Zeb Stinnett.

Nell’ottobre del 2007 la giuria di un tribunale federale del Missouri pronunciò un verdetto unanime, condannand­o a morte Lisa Montgomery. La sentenza venne poi confermata in appello, ma per anni è rimasta sulla carta: i governi di George W. Bush prima e di Barack Obama poi avevano deciso di sospendere le esecuzioni. La moratoria viene spezzata il 25 luglio 2019 dall’allora ministro della Giustizia, William Barr, su ordine di Donald Trump.

Va chiarito che negli Stati Uniti la pena di morte è in vigore in 29 Stati su 50. Esiste poi il livello federale per un ristretto ambito di reati: alto tradimento, attentati contro il presidente, crimini collegati al traffico di droga o, infine, omicidi di difficile attribuzio­ne territoria­le, cioè un caso come l’assassinio di Bobbie Jo

Stinnett. Nel 2020 le esecuzioni sono state 12: sette nei 29 Stati; cinque su ordine del Dipartimen­to di Giustizia. Ora potrebbero diventare sei con quella di Lisa Montgomery.

Su tutto il territorio nazionale, dunque, la tendenza è il rallentame­nto: sette è il numero più basso degli ultimi 37 anni. L’amministra­zione Trump, invece, ha accelerato negli ultimi mesi di mandato: cinque (o sei) è la quota più alta dal 1976, l’anno in cui la Corte Suprema stabilì che la pena di morte «non è contraria» alla Costituzio­ne americana.

Il caso Montgomery apre un altro fronte tra il presidente uscente e il suo successore Joe Biden. Per Trump l’ombra del patibolo rappresent­a il miglior deterrente anti-crimine. In realtà le statistich­e mostrano come in America i reati più gravi si siano quasi dimezzati dagli anni Novanta a oggi.

Biden ha annunciato di voler bloccare tutte le condanne a morte federali. Ma forse non farà in tempo a fermare l’iniezione letale per Lisa Montgomery, solo otto giorni prima che inizi il suo mandato da 46° presidente degli Stati Uniti.

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Un gruppo di dimostrant­i di fronte al Dipartimen­to di Giustizia, a Washington. I cartelli dicono: «Fermate le uccisioni di stato» (Nicholas Kamm/Afp)
La protesta Un gruppo di dimostrant­i di fronte al Dipartimen­to di Giustizia, a Washington. I cartelli dicono: «Fermate le uccisioni di stato» (Nicholas Kamm/Afp)
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Il presidente americano Donald Trump, 74 anni
In uscita Il presidente americano Donald Trump, 74 anni

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