Il reporter ucciso e la strage dei giornalisti afghani
Inizia l’anno con la morte di un giornalista l’Afghanistan, mentre la violenza aumenta di giorno in giorno nonostante i colloqui di pace tra talebani e governo. Bismillah Adil Aimaq, reporter e attivista, aveva una moglie e un figlio. Dirigeva una stazione radio locale, Radio Sada-e-Ghor («La voce di Ghor») ed è morto in un’imboscata nella città di Feroz Koh, capoluogo della provincia di Ghor, nel centro del Paese , teatro solo un anno fa di feroci scontri tra Kabul e le forze talebane. Nessuna rivendicazione è arrivata per l’omicidio ma è chiaro come i giornalisti in Afghanistan siano nel mirino. La morte di Bismillah Adil Aimaq è il quinto caso in due mesi. Tra questi Malala Maiwand , giornalista televisiva e radiofonica, uccisa mentre andava al lavoro da un gruppo di uomini armati. Poi il noto ex presentatore televisivo Yama Siawash è stato ucciso da un’autobomba. E ancora Aliyas Dayee, giornalista di Radio Liberty caduta a Lashkar Gah. Poi l’agguato a Saba Sahar, una delle prime registe, sopravvissuta ai suoi sicari. Così, intanto che la lista di morte si allunga, l’autocensura diventa la regola e molte donne stanno abbandonando il loro lavoro. E mentre si attende la ripresa dei colloqui di pace in calendario per la settimana prossima, emerge un elemento ricorrente. Nei mesi prima di essere ucciso Bismillah Adil Aimaq aveva ricevuto diverse minacce. Il comitato per la protezione dei giornalisti afghani aveva allertato le autorità. Ma da Kabul, niente, non è arrivato nemmeno un cenno.