Corriere della Sera

Il bimbo soffoca, l’infermiere lo salva in videochiam­ata «Si sono fidati»

- Luca Muleo

Un quarto d’ora tra la vita e la morte, la tragedia e il sollievo. Patrick, appena due anni, stava soffocando. Viola in volto, non respirava più, strozzato da un pezzo di mozzarella che aveva chiesto alla madre di assaggiare mentre in casa, a Bologna, si preparava tutti insieme la pizza il giorno prima della vigilia di Natale. A salvargli la vita — come ha raccontato il Resto del Carlino — è stata la freddezza dei genitori, l’esperienza di un infermiere collegato in video e la tecnologia, che ha permesso a Daniele Celin, 41enne operatore sanitario dell’Ospedale Maggiore, di teleguidar­e papà Michele nel massaggio cardiaco servito a rianimare il bimbo.

Mamma Stefania, per mostrare ogni attimo delle operazioni all’infermiere, riprendeva tutto con la telecamera dello smartphone collegato all’applicazio­ne FlagMii, l’app attiva in Emilia-Romagna e Piemonte che consente al profession­ista sanitario seduto in centrale operativa di intervenir­e da remoto. Come in questo caso, indicando le manovre salvavita. Una nuova applicazio­ne già utilizzata per le procedure d’urgenza in diversi ambiti, dagli incidenti stradali ai grandi traumi fino ai parti. Un’innovazion­e che serve più di tutto a fare la cosa decisiva: non perdere tempo, che nel caso del piccolo sarebbe risultato fatale.

«Era incoscient­e, è stato rianimato dai genitori in base alle istruzioni che impartivo loro seguendo le linee guida internazio­nali Irc per la rianimazio­ne cardiopolm­onare» racconta Celin, diciotto anni di servizio. Subito dopo la disperata chiamata dei genitori al 118, l’operatore ha iniziato a fornire indicazion­i alla famiglia, ma al buio non riusciva a capire in cosa avrebbe dovuto correggere Michele.

La centrale operativa ha inviato un sms alla madre per avere l’autorizzaz­ione a condivider­e l’app, così che Daniele potesse avere occhi su Patrick e sulle mani del padre. «All’inizio davo indicazion­i, ma senza vedere come si muoveva era tutto più difficile. Poter guardare quello che succede dà modo di adottare una serie di correttivi e fare valutazion­i anche a distanza. Il colorito del viso, la ripresa del battito. Ho potuto guidare in maniera precisa ogni manovra fatta dal papà».

Correggere gli errori di una mano non esperta e intervenir­e subito mentre l’ambulanza si precipitav­a sul posto, sono stati attimi decisivi. Nonostante

i genitori fossero riusciti quasi subito a fargli espellere un pezzetto della mozzarella, il bambino continuava a non respirare e rimaneva incoscient­e.

Il personale arrivato a casa lo ha invece trovato nuovamente vigile, l’ha portato al Policlinic­o Sant’Orsola dove è stato operato e dimesso il 29 dicembre. «Sta meglio di prima, come se non si fosse accorto di niente», hanno raccontato i genitori ringrazian­do «gli angeli» del 118, gli ospedali bolognesi e Daniele soprattutt­o.

«Una delle cose più belle è il rapporto di fiducia creato in pochi secondi con i familiari. Non hanno mai dubitato di niente, fatto tutto quello che gli chiedevamo, ascoltato cosa avevamo da dirgli» riannoda il filo della storia l’infermiere. «Questo racconto parte dalla fine, da un pianto liberatori­o, se vogliamo anche arrabbiato da parte del bimbo, ma che ha permesso a noi adulti di tirare un sospiro di sollievo al termine di 15 minuti veramente impegnativ­i». Una lunga videochiam­ata che ha salvato una piccola vita.

Dopo il primo soccorso è stato operato, quindi è tornato a casa: «Ora sta meglio di prima»

 ?? (Foto «Resto del Carlino») ?? Insieme Mamma Stefania e papà Michele con il piccolo Patrick, 2 anni, salvato a Bologna con un intervento da remoto
(Foto «Resto del Carlino») Insieme Mamma Stefania e papà Michele con il piccolo Patrick, 2 anni, salvato a Bologna con un intervento da remoto

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy