LO «SPIRITO DELLA REPUBBLICA» PIÙ FORTE DELLA PANDEMIA
Caro Aldo, il presidente Mattarella, con toni preoccupati, ha guardato in prospettiva, oltre la vicenda politica immediata e ha parlato giustamente di «tempo di costruttori». È importante che ora ognuno faccia la propria parte. Non mi pare che il governo con le polemiche interne alla maggioranza, i ritardi accumulati in questi mesi, la mancanza d’un disegno organico per la ripartenza, si renda pienamente conto della gravità della crisi che attanaglia il Paese. Domenico Mattia Testa L’ho sempre stimato e difeso, ma non posso non dire che il messaggio di quest’anno l’ho trovato deludente, più un discorso del comitato tecnico scientifico che quello di un presidente della Repubblica.
Cari lettori,
M oltissimi di voi hanno seguito il discorso di fine anno del capo della Stato, e molti l’hanno commentato. Non sarebbe onesto tacere che, accanto agli elogi, c’è stata anche qualche critica, ovviamente legittima. Accusare Mattarella di freddezza significa però non conoscerlo. La sua compostezza al limite della rigidità non significa che manchi di empatia verso le sofferenze degli italiani; è vero il contrario. Anche la scelta di rompere il rituale e parlare in piedi non è senza significato. Siamo sicuri che un tono più accorato, un linguaggio più acceso gioverebbe a un Paese emotivo come il nostro? (Mi viene in mente, in un contesto ovviamente non paragonabile, la faccia di Antonio Conte in tv dopo l’eliminazione dell’Inter dalla Champions: un’immagine devastante che un capo non dovrebbe mai permettersi, a maggior ragione se è un uomo tecnicamente di grande valore come Antonio
Conte).
A rileggerlo, il discorso di Mattarella del 31 dicembre 2020 è il più importante finora del suo settennato; e non solo per l’invito sacrosanto a vaccinarsi, e l’annuncio che quando sarà il suo turno anche il presidente si vaccinerà. Al centro del messaggio c’è «lo spirito della Repubblica», che si concentra in un’osservazione: da una comunità repubblicana nessuno può chiamarsi fuori; ognuno porta una parte di responsabilità per gli altri. Le stesse cose le ha dette nella stessa notte Emmanuel Macron, uomo di un’altra generazione e investito di poteri (derivanti dalle norme costituzionali e anche dall’elezione diretta) che il capo dello Stato italiano non ha. Questo non riguarda solo chi fa politica, ma ognuno di noi. Pagare le tasse, mettere la mascherina, rispettare il prossimo, vaccinarsi quando verrà il nostro turno: facessimo tutti queste cose all’apparenza banali, il virus sarebbe meno forte.
Franco Rossi