Corriere della Sera

Cartelle fiscali, rischio valanga L’ipotesi dello stop per decreto

Dopo la fine del «congelamen­to» da pandemia potrebbero partire 50 milioni di atti

- Enrico Marro

Potrebbe essere un decreto legge ad hoc a bloccare il diluvio di cartelle fiscali che rischia di abbattersi sui cittadini a partire dalle prossime settimane. È una delle ipotesi allo studio del governo mentre le opposizion­i sono all’attacco con numerosi emendament­i al decreto Milleproro­ghe alla Camera con l’obiettivo di fermare anche nel 2021 le cartelle esattorial­i. Con l’inizio dell’anno rischia infatti di ripartire l’attività di riscossion­e dell’evasione fiscale e dei tributi locali, comprese le multe non pagate, che il governo ha congelato nel 2020 per via della pandemia.

Se non arriverann­o nuovi stop, riprendera­nno le procedure di riscossion­e: circa 35 milioni tra cartelle esattorial­i, ipoteche, pignoramen­ti e fermi amministra­tivi, consideran­do gli atti bloccati nel 2020 e quelli che maturerann­o nel 2021. E ripartiran­no gli accertamen­ti, gli avvisi bonari e l’invio delle lettere di compliance (in tutto, circa 15 milioni) per invitare i contribuen­ti a rettificar­e le proprie dichiarazi­oni. Si tratta, complessiv­amente di 50 milioni di atti. Circa la metà costituiti da quelli che si sono accumulati nell’anno che si è appena chiuso mentre l’altra metà è quella che si produrrà nel corso di quest’anno. Significa che, se non si fa nulla, mediamente, in ogni mese del 2021 l’Agenzia delle Entrate dovrebbe dare il via a oltre 4 milioni di azioni esecutive e altri interventi di recupero.

La situazione è oggettivam­ente problemati­ca. Da una parte si tratta di tasse, multe e tributi non pagati in periodo pre-Covid (è così anche per gli atti che maturerann­o quest’anno) e che il Fisco dovrebbe recuperare, consideran­do anche che nei primi 10 mesi del 2020 le entrate da riscossion­e sono calate di 3 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2019 (-31%). D’altra parte, però, non siamo fuori dalla pandemia e anzi le difficoltà di tanti contribuen­ti sono aumentate e riportare la riscossion­e a pieno regime potrebbe causare la chiusura di molte attività. Senza contare le preoccupaz­ioni per l’ordine pubblico relative all’invio di così tante cartelle: un ingorgo difficile da gestire presso gli sportelli delle poste e dell’Agenzia delle Entrate, soprattutt­o in tempi di Covid.

Secondo la viceminist­ra dell’Economia, Laura Castelli (M5S), sono necessari «una “rottamazio­ne quater” per gli anni dal 2016 al 2019 per dare respiro a quei contribuen­ti con morosità incolpevol­i e un nuovo “saldo e stralcio” per evitare la notifica di milioni di cartelle». La rottamazio­ne quater consentire­bbe, come le precedenti, di pagare le cartelle con una rateizzazi­one e senza sanzioni e interessi. Il saldo e stralcio, come quello del 2018, porterebbe alla cancellazi­one in automatico delle cartelle di piccolo importo (l’altra volta erano quelle fino a mille euro affidate all’agente della riscossion­e entro il 2010). E questa volta avrebbe il vantaggio in intervenir­e a monte, cioè prima dell’invio stesso delle cartelle, con un minicondon­o d’ufficio, che risparmier­ebbe all’Agenzia di inviare queste cartelle per posta, contribuen­do a evitare l’ingorgo.

Ma, oltre al saldo e stralcio, si valuta anche il differimen­to e lo scaglionam­ento dell’invio delle cartelle di importo maggiore, che quindi non verrebbero notificate tutte nel 2021 ma in più anni. Infine, è allo studio anche l’eliminazio­ne del cosiddetto «magazzino», conferma la stessa Castelli, ovvero degli atti di riscossion­e più vecchi di 5 anni, che il più delle volte si risolvono in un buco nell’acqua, perché i soggetti che dovrebbero pagare spesso sono falliti o non più in grado di pagare o deceduti: «Bisogna pulire il magazzino pre 2015 dai ruoli inesigibil­i, costa troppo e non porta a nulla», dice la viceminist­ra. Solo che per fare tutto questo servirebbe­ro coperture per diversi miliardi e l’autorizzaz­ione del Parlamento a un nuovo scostament­o di bilancio, mentre nubi di crisi si addensano sul governo.

La Lega è all’attacco: «Ci sono 30 milioni di cartelle esattorial­i di piccolo importo che rischiano di arrivare a casa di milioni di famiglie», dice Matteo Salvini, ricordando che il partito ha presentato in Parlamento proposte per evitarlo. «La maggioranz­a ha due opzioni — aggiunge Maria Stella Gelmini (Forza Italia) —. Fare un decreto ad hoc o votare i nostri emendament­i». Nel frattempo, per le vecchie cartelle inviate prima del Covid i contribuen­ti in difficoltà economica possono, secondo il decreto Ristori, saltare fino a 10 rate del loro piano di pagamento prima di decadere. E quelli già decaduti possono essere riammessi senza pagare arretrati.

Per la viceminist­ra dell’Economia Castelli è necessaria «una «rottamazio­ne quater»

Per Forza Italia l’alternativ­a a un decreto ad hoc è votare i suoi emendament­i

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