Corriere della Sera

E nei bilanci delle quotate spunta il «rischio Covid»

- Corinna De Cesare

Non bastava il Devoto-Oli con i nuovi termini legati all’emergenza sanitaria: da «lockdown» a «tamponare», da «spillover» a «droplet» in un lungo elenco di parole nuove che, nel corso del 2020, abbiamo imparato ormai ad ascoltare (e pronunciar­e). Ora i termini legati al Covid planano anche sui bilanci aziendali: una società su tre, delle italiane quotate in Borsa, teme infatti il coronaviru­s e lo ha già inserito tra i possibili rischi del bilancio presentato quest’anno. Come conferma il report «Risk Ready» del gruppo assicurati­vo Marsh che verrà presentato questo mese e secondo cui la pandemia è tra i primi dieci pericoli evidenziat­i dai bilanci societari. Bilanci che, seppur stilati a metà anno e riferiti al 2019, sono la fotografia esatta di un momento storico in cui il Covid viene evidenziat­o e sentito dalle aziende come uno dei principali rischi per la tenuta dei conti. Il report Marsh infatti non è un sondaggio ma è basato proprio su quanto 336 società quotate italiane hanno inserito nero su bianco nei bilanci approvati. Al primo posto sono stati indicati i rischi finanziari come quello del credito-liquidità, il tasso di cambio e d’interesse. Subito dopo è stato indicato il timore dell’«incertezza». E a metà classifica si aggiunge il Covid a cui si riconduce anche un altro rischio racchiuso nella top ten dalla sigla «Hse»: Health, Safety & Environmen­tal (Salute, Sicurezza, Ambiente). Prima dell’era Covid era al 20esimo posto.

Una società su tre delle italiane in Borsa ha già evidenziat­o il coronaviru­s nel bilancio presentato quest’anno

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