«Last Christmas» degli Wham! al primo posto dopo 36 anni
Il brano di George Michael e Andrew Ridgeley scala la classifica inglese
Il video ce lo ricordiamo benissimo tutti: tra le nevi delle montagne svizzere, all’interno di un lussuoso chalet, lui sconsolato chiedeva alla ex fidanzata perché il Natale precedente gli avesse «dato il suo cuore» e lei «l’avesse buttato via il giorno successivo».
Già, quel Last Christmas dell’inverno 1984, con un George Michael ancora zazzeruto, ancora negli Wham! e ancora lontano dal compiere il suo coming out, divenne immediatamente un manifesto generazionale degli anni’80 tutti da bere. E un classico natalizio per il tempo a venire, immancabile nelle selezioni dei deejay (quando queste ancora c’erano, ahinoi) durante le feste danzanti sotto l’albero.
Eppure, sorprendentemente, allora il brano non riuscì a scalare le classifiche nella madrepatria britannica, fermandosi alla seconda piazza, perché George Michael si batté in pratica da solo. Ovvero conquistò il primo posto, partecipando al progetto Band Aid di Bob Geldof, insieme a diversi giganti d’allora (Duran Duran, Spandau Ballet e mezzi U2, per dirne tre) con un altro pezzo destinato a diventare un must di Natale in tutto il mondo Do They Know It’s Christmas?.
Ebbene, 36 anni dopo chissà cosa direbbe George, scomparso proprio sotto Natale nel 2016 a soli anni 53, nell’apprendere che la sua Last Christmas è finalmente approdata al fatidico primo posto: già, grazie agli oltre 9,2 milioni di streaming totalizzati nella scorsa settimana è diventata la numero uno delle classifiche inglesi, scalzando dal trono uno dei nuovi idoli di questo strano contemporaneo, lo youtuber Ladbaby con la sua Don’t Stop Me Eating. Non era la prima volta che Last Christmas riapprodava nelle chart nel corso degli anni (è successo in ben sei occasioni), ma non era mai riuscita a scalare fino alla vetta, raggiungendo il curioso record del singolo più venduto di sempre ( con un 1,9 milioni di copie) senza mai aver conquistato il primo posto. Fino a ieri.
E sicuramente sappiamo cosa ha detto la famiglia del cantante, erede dei diritti del brano: «Dopo un 2020 così difficile per tutti noi- ha scritto in una nota- e in un periodo dell’anno che per George era così speciale, siamo veramente grati a tutti coloro che hanno reso possibile questo risultato. Sappiamo quanto tutto ciò avrebbe significato per lui». Altrettanto entusiasta Andrew Ridgeley, l’altra metà degli Wham! che si separò da George già nel 1986 e che, in solitaria, non ebbe sicuramente la stessa fortuna dell’altro, sparendo di fatto dalle scene: «Sono felicemente sorpreso - ha dichiarato - e compiaciuto che questo accada dopo 36 anni perché è la testimonianza del suo appeal e del suo charme senza tempo. Oltre a essere un effettivo tributo al genio di scrittura che possedeva George».
Lo stesso Ridgeley raccontò in passato la genesi del brano, reinterpretato da tantissimi negli anni, dai Coldplay a Taylor Swift (e perfino dalle nostre Romina Power e Ivana Spagna) e che ricevette anche accuse di plagio, poi rigettate da un tribunale. I due, amici sin dall’infanzia, si trovavano a casa dei genitori di George: «Stavamo mangiando e rilassandoci davanti al televisore, quando lui sparì al piano di sopra per circa un’ora. Torno giù ed era eccitatissimo come se avesse scoperto l’oro: siamo andati nella stanza dove avevamo trascorso ore da bambini, tirando giù pezzi e jingle dalle radio e dove aveva tastiera e registratore. Mi fece ascoltare l’introduzione, la melodia e il coro e subito esplose la meraviglia: capii immediatamente che aveva scritto un capolavoro».
Un’assoluta magia, insomma. Che ha evidentemente resistito al cambio delle mode e dei gusti. E chissà come sarà contento, da lassù, George...
Negli anni la canzone è stata reinterpretata da tantissimi artisti, dai Coldplay a Taylor Swift