Natale in lockdown: crescono i consumi televisivi, anche in streaming
Natale in lockdown, davanti agli schermi televisivi. Non è il titolo di un cinepanettone, ma la fotografia di come gli italiani hanno attraversato queste festività, caratterizzate dal confinamento. Crescono tutti i consumi televisivi, ma lo fanno secondo logiche che ci fanno capire come stanno cambiando le abitudini degli spettatori.
Certo, non è solo il dato eclatante degli ascolti del Capodanno di Rai1 (top in classifica con oltre 8 milioni di spettatori medi), o quello dei più di 15 milioni che seguono il discorso del Capo dello Stato Mattarella, o gli ottimi risultati dei tg. Il risultato più clamoroso è senz’altro il consumo
L’ANNO CHE VERRÀ Amadeus
Lo seguono 8.152.000 spettatori, 34% di share. Rai1, giovedì 31 dicembre, ore 21.01
LOVING VINCENT medio individuale nei giorni di Natale: il 27 dicembre si toccano i 327 minuti pro capite (quasi cinque ore e mezza), e cifre simili non si vedevano da marzo. L’incremento rispetto al 27 dicembre del 2019 è di un’ora e 10 minuti per persona passata in compagnia della Tv.
Ma sono forse le modalità del consumo di tv le più sorprendenti: nei giorni natalizi è soprattutto la tv in streaming a crescere. Secondo l’analisi di Sensemakers, fra il 24 e il 26 dicembre il tempo complessivo speso con lo streaming di contenuti televisivi cresce del 131%, passando da 2,8 milioni di ore (2019) a 6,5 milioni di ore (2020). Come hanno usato lo streaming gli italiani? Sia per vedere contenuti «on demand» (+109% del tempo totale speso) sia per vederli in modalità «lineare» (+185%). Il perché è presto detto: l’utilizzo dello smartphone (visione individuale) cresce del 143% rispetto allo stesso periodo del 2019, quello della smartTV addirittura di oltre il 1000% (va però ricordato che la misurazione della app Raiplay è iniziata lo scorso febbraio). A guadagnarci sono (quasi) tutti gli editori, con in testa Mediaset (+247% rispetto al 2019), Rai (+116%) e La7 (+76%).
In collaborazione con Massimo Scaglioni, elaborazione Geca, Sensemakers, Nielsen iPort su dati Auditel