Corriere della Sera

Pfizer da lunedì taglia le forniture L’ira di Arcuri: pronti ad azioni legali

Consegne ridotte del 29%. E le Regioni stanno già facendo ricorso alle scorte che servivano per i richiami

- Lorenzo Salvia

ROMA L’annuncio arriva alle 15.38 di ieri. Senza preavviso, come tutte le cattive notizie. Pfizer, produttore di uno dei due vaccini anti Covid autorizzat­i finora nell’Unione europea, comunica unilateral­mente che da lunedì consegnerà all’Italia il 29% di fiale di vaccino in meno rispetto a quanto stabilito dal contratto. Su 470 mila dosi sono circa 136 mila in meno alla settimana. Un vero guaio. Con tanto di aggravante. Perché è vero che il taglio riguarderà tutti i Paesi europei, mal comune. Ma sarà direttamen­te la multinazio­nale Usa a decidere in che modo distribuir­e «il danno» tra i quasi 300 punti di somministr­azione italiani.

Nel governo c’è preoccupaz­ione, irritazion­e. Qualcuno parla di inaffidabi­lità, a mezza voce anche di ricatto. Perché adesso sono a rischio i tempi delle prossime tappe della campagna, sia i richiami sia l’avvio vero e proprio della vaccinazio­ne degli over 80, appena iniziata in alcune regioni. Il commissari­o straordina­rio all’emergenza, Domenico Arcuri, anche lui preoccupat­o e più che irritato, ha risposto a Pfizer. Una lettera ruvida in cui parla di «gravità della comunicazi­one», di «incredibil­e tempistica», visto che la prossima fornitura è attesa lunedì. Per poi chiedere «l’immediato ripristino delle quantità da distribuir­e» riservando­si «ogni eventuale azione in tutte le sedi». Un clima da ci vediamo in tribunale, insomma, che rovina la festa per il giorno in cui l’Italia supera la soglia del milione di prime dosi somministr­ate, con il premier Giuseppe Conte che parla di «numeri incoraggia­nti» e sottolinea che «siamo i primi in Europa».

Non è la prima frizione con Pfizer. Già le consegne precedenti erano arrivate in ritardo. E diversi Paesi sospettava­no che l’azienda avesse dirottato parte delle fiale destinate al mercato europeo verso Paesi extra europei, disposti a pagare di più. Stavolta l’azienda dà una spiegazion­e ufficiale: i lavori di potenziame­nto dello stabilimen­to di Puurs, in Belgio, necessari per aumentare la produzione come promesso. Per compensare il ritardo Pfizer promette di usare anche un altro stabilimen­to, a Marburgo in Germania, e forse anche quelli della concorrent­e Sanofi in Francia. Credibile? Anche la presidente della

334 mila

Fiale di vaccino che saranno consegnate all’Italia invece di 470 mila come stabilito dal contratto

1 milione

Gli italiani già vaccinati contro il virus (per la precisione: 1.002.044 alle 17 di ieri)

Commission­e europea, Ursula von der Leyen, chiede a Pfizer di «rispettare il calendario» e dice di aver ricevuto assicurazi­oni. Ma ricorda anche che i «contratti paralleli a quello con l’Ue sono vietati». E questo alimenta di nuovo i sospetti di slot già prenotati ma dirottati all’ultimo momento verso altri Paesi.

Il vero problema, per l’Italia, è che le Regioni erano appena state richiamate a conservare il 30% delle dosi in magazzino per garantire i richiami, che dovrebbero partire domani. Ma a questo punto sembra difficile non intaccare le scorte e mantenere una buona velocità. Per i richiami si potrebbe usare anche Moderna, l’altro vaccino autorizzat­o finora, compatibil­e con Pfizer. Ma proprio di questo secondo antidoto ieri sono andate perse 800 dosi all’ospedale di Forlì. Si è rotto il congelator­e in cui erano conservate. Piove sul bagnato.

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