Corriere della Sera

Di Battista festeggia: senza Italia viva, il Movimento torna coeso

«Meglio avere altri parlamenta­ri». Ma nel M5S c’è una fronda di 13 eletti: fiducia, però servono risposte chiare

- Emanuele Buzzi

L’ex deputato ricuce gli strappi con gli altri big, sottolinea­ndo che è «a disposizio­ne»

Con Conte ho un rapporto leale e gli dico forza! Mi auguro che stia dentro il Movimento

Alessandro Di Battista

Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista di nuovo in prima linea. Come forse non accadeva da quasi due anni, dalla primavera 2019. I due volti storici del Movimento tornano protagonis­ti, si prendono la scena, annunciano la pax interna e cercano di tenere la linea in un momento a dir poco confuso e delicato. La via è quella di due interviste (il ministro a Otto e mezzo su La7, l’ex deputato a Tpi) per difendere Conte, aprire ai responsabi­li e chiudere ai renziani.

Di Maio stoppa un eventuale ritorno di Italia viva e annuncia: «Martedì andremo in Senato a proporre il nostro programma per i prossimi due anni e vedremo chi si alzerà e darà il suo sostegno a Conte». «Se dovesse andar male e non dovessimo ottenere la fiducia al Senato — dice il ministro —, non solo si perde il controllo della situazione politica e si va al voto, ma non riusciamo a fare i ristori che servono e perdiamo parte dei progetti del Recovery plan, e mezza Europa ci riderà dietro». L’ex leader cerca di stanare i responsabi­li: «Ovvio che se dobbiamo mettere insieme un governo posticcio o precario, allora sono io a dire che è meglio andare a votare».

Di Battista invece si scaglia contro il leader Iv (criticato anche da Di Maio): «Questa crisi di governo è l’occasione per toglierci definitiva­mente dalle scatole Renzi e il renzismo. Il M5S non la deve perdere, senza pietà», dice. E rincara: «Oggi possiamo fargli perdere anche il gruppo parlamenta­re e io non faccio certo lo schizzinos­o». L’ex deputato romano poi assicura: «Tra “responsabi­li” e Iv meglio “responsabi­li” assolutame­nte». E punge: «Dove sta scritto che Rotondi debba essere peggio di Marattin?». «Non ci sono alternativ­e adesso», spiega.

La linea è quella del Movimento. Di Battista torna a parlare della ritrovata unità del gruppo «coeso e compatto grazie a Renzi»: «Ci siamo parlati, ho fatto i conti con il passato». Ricuce gli strappi, sottolinea­ndo che è «a disposizio­ne», anche se «non per forza uno si deve mettere a disposizio­ne per un incarico di governo». Mette in chiaro che «con Conte» ha un «rapporto leale» e lo incoraggia: «Forza». Precisa che il premier lo vorrebbe «tutta la vita dentro» al M5S. Segnali distensivi in una fase incerta. Quarantott­o ore cruciali anche per gli equilibri interni con Conte — per l’Adnkronos — che potrebbe salire al Colle prima del voto (con tanta di squadra già delineata) per poi cercare la fiducia per un nuovo governo in Aula. In questo quadro potrebbe pesare la frangia dei 13 dissidenti M5S (tra cui 5 senatori) che chiedono un cambio di rotta. Uno di loro, il senatore Crucioli assicura al Corriere: «Credo che sia giusto votare la fiducia, ma poi pretendere risposte chiare».

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