Corriere della Sera

«Calma, hanno sbagliato i conti» E Renzi pensa di tornare in partita

Astensione «tattica» in Senato per mostrare apertura Bonetti: «Se il governo fa uno scatto, Italia viva c’è»

- Maria Teresa Meli

In questo venerdì che Italia viva ha ribattezza­to «il giorno di paga», con esplicito riferiment­o alle trattative in corso per i voti di palazzo Madama, Matteo Renzi prima di partire per Firenze saluta così i suoi parlamenta­ri: «Calma e gesso».

Già, il leader di Italia viva è convinto che al momento i cosiddetti responsabi­li non abbondino dalle parti del Senato: «Nonostante tutti gli sforzi oggi si sono accorti di aver sbagliato i conti. Quelli che se ne occupano avevano fatto credere anche al Pd che i numeri c’erano e che il premier era blindato, ma non è così e ora anche i dem se ne sono accorti».

Perciò, secondo Renzi, «la partita è ancora tutta da giocare ed è apertissim­a». È un modo per caricare i suoi, dopo «le cavolate scritte dai giornali che mi davano per morto e sepolto, senza parlamenta­ri e senza futuro», ma non solo. Il leader di Iv pensa sul serio che Conte non riuscirà a trovare una numerosa pattuglia di responsabi­li entro martedì.

L’ex premier torna nella sua Firenze con questa convinzion­e in testa. E con una certezza: «Io al momento i miei diciotto li ho tutti con me». Renzi ritiene che la campagna acquisti non sia andata troppo bene anche perché «tutti sanno che non ci saranno le elezioni e quindi si rendono conto che se anche questo governo non ce la dovesse fare non si va al voto ma si trova un altro governo, perciò non c’è la corsa ad appoggiare Conte».

Non è un caso, non lo è affatto, che Renzi insista sulla questione dei numeri: «C’è un passaggio politico che non può essere eluso e che io voglio porre con forza. Come fa un governo a ripartire senza avere la maggioranz­a assoluta dei voti? Perché a 161 non ci arrivano. E a chi fa lezioni spiegando che la Costituzio­ne non prevede questa maggioranz­a io rispondo che si tratta di un problema politico, e non mi stancherò di ripeterlo».

In Parlamento, al momento delle votazioni che seguiranno le comunicazi­oni di Giuseppe Conte, Italia viva, comunque, non seguirà il centrodest­ra. Dunque, non voterà no, perché, ricorda il leader di Iv, «noi siamo un’opposizion­e diversa e responsabi­le». I parlamenta­ri di Renzi, perciò, si asterranno. Almeno questa è la decisione che l’ex premier ha maturato negli ultimi due giorni. Una decisione che nasce da tre principali motivazion­i. La prima è più che evidente: l’astensione è un modo per compattare il gruppo. In questo modo anche chi non avrebbe voluto rompere con Conte in maniera così traumatica non si defilerà. La seconda motivazion­e, invece, è più politica: con l’astensione dei senatori di Italia viva si abbassa vertiginos­amente il valore dei responsabi­li. Non è infatti un caso se Clemente Mastella, che mangia pane e politica da una vita, abbia dato segni di insofferen­za avvertendo Conte e Nicola Zingaretti di non «fare scherzi» perché i responsabi­li contano quanto Renzi.

Infine, c’è una terza ragione che ha indotto il leader di Italia viva a propendere per l’astensione: Renzi non vuole sbattere del tutto la porta in faccia agli ex alleati. Non che il leader di Iv pensi che sia possibile tornare indietro, ma sa che un governo che a Palazzo Madama ha pochi voti di scarto ha per forza bisogno di allargare il proprio perimetro. E quindi se non oggi, forse un domani le strade di Italia viva e degli ex partner di governo potrebbero incrociars­i di nuovo. Vanno lette in quest’ottica le dichiarazi­oni di disponibil­ità lanciate ieri da alcuni esponenti di Iv. «Noi — ha sottolinea­to Davide Faraone — abbiamo chiesto al premier di occuparsi di sciogliere alcuni nodi irrisolti. Se il premier pratica questa strada, noi ci siamo». Parole non dissimili da quelle di Elena Bonetti: «Se le forze dell’attuale maggioranz­a ritengono che ci sia il tempo di uno scatto per dare una svolta all’azione di governo, Iv c’è». E in serata Renzi conferma: «Siamo pronti a confrontar­ci senza veti e non ci impicchere­mo al nome del premier».

L’idea che senza il voto contrario di Iv si abbasserà di molto il valore dei responsabi­li

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Matteo Renzi, 46 anni, ex segretario del Pd ed ex premier, dal settembre 2019 fondatore e leader di Iv
Ex dem Matteo Renzi, 46 anni, ex segretario del Pd ed ex premier, dal settembre 2019 fondatore e leader di Iv

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