Corriere della Sera

Il partito di Renzi cala al 2,4% Forza Italia ritorna sopra il 10

- NPagnoncel­li

che ritengono che la crisi dipenda da Conte o da uno scontro personale tra i due. Ed è interessan­te osservare che una parte di coloro che avevano dichiarato di non aver compreso i motivi della crisi attribuisc­e le responsabi­lità a interessi di parte di Renzi, presumibil­mente per ragioni pregiudizi­ali.

Nel complesso il 43% è del parere che l’esperienza del governo Conte debba continuare, mentre il 36% ritiene che sia arrivata al capolinea e il 21% non ha un’opinione.

La crisi al momento non sembra avere riflessi sulle valutazion­i dell’operato del governo e del presidente del Consiglio, infatti l’indice di gradimento dell’esecutivo (calcolato come sempre escludendo coloro che non si esprimono) si attesta sullo stesso livello del mese di dicembre (49) e quello di Conte (56) diminuisce di un punto.

Gli orientamen­ti di voto fanno registrare l’aumento di quasi un punto rispetto a dicembre di Forza Italia (10,2%), che dal maggio del 2018 non otteneva un risultato a due cifre nei nostri sondaggi; al contrario Fratelli d’Italia diminuisce di un punto (15%) e la Lega, pur permanendo in testa alle preferenze con il 23,1%, è in flessione dello 0,4%. La progressiv­a crescita di FI negli ultimi quattro mesi sembra denotare un aumento nel centrodest­ra della componente più moderata, probabilme­nte indotto dalle inquietudi­ni per il contesto economico e sanitario. Il Pd si mantiene al secondo posto in graduatori­a con il 19,9% (-0.3%), seguito dal Movimento 5 Stelle con il 16,3% (in crescita di 0,3%). Tra le altre forze politiche si segnala l’aumento di Sinistra italiana/Leu (3,5%) e Azione (3,3%) e la flessione di 0,6% di Italia viva (2,4%) che al momento non sembra beneficiar­e in termini di consenso dall’apertura della crisi di governo.

Da segnalare infine l’«area grigia» rappresent­ata da astensioni­sti e indecisi che oggi rappresent­a il 39,1%, quasi due elettori su cinque, cioè il segmento elettorale di gran lunga più numeroso. Si tratta di un gruppo composito che annovera persone distanti dalla politica (58% non esprime appartenen­ze e non si colloca politicame­nte) e spesso ostili ad essa, un gruppo caratteriz­zato in prevalenza da donne (57%), ultrasessa­ntacinquen­ni (35%), individui meno istruiti (licenza media o elementare 55%), casalinghe o pensionati (48%) e ceti popolari. Ebbene, l’area grigia oggi appare più in difficoltà nel comprender­e le ragioni della crisi (due su tre lo dichiarano esplicitam­ente) e la maggioranz­a relativa di costoro (39%) ritiene che l’esperienza del governo Conte debba continuare contro il 25% che è favorevole al cambio di governo e il 36% non si esprime. E a ciò si aggiunge che è proprio questo il segmento sociale che esprime le preoccupaz­ioni più acute per l’emergenza sanitaria e economica che il Paese sta vivendo. Sullo sfondo c’è quindi il rischio che la crisi di governo allontani ulteriorme­nte la politica e le istituzion­i dai cittadini, molti dei quali sono indotti a ritenere che i conflitti politici rappresent­ino mere questioni di potere e siano in antitesi con gli interessi generali, soprattutt­o nel complesso scenario attuale.

Pertanto, chiunque sarà chiamato a guidare il paese farebbe bene a porsi l’obiettivo di ridare fiducia ai cittadini, non tanto ragioni di consenso politico, quanto di clima sociale, il cui migliorame­nto è una componente essenziale per sostenere i provvedime­nti e le riforme che il Paese è chiamato ad adottare.

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