Corriere della Sera

La moda 10 anni avanti

Alessandro Sartori, stilista di Zegna: «La pandemia ci ha costretti a fare un balzo enorme». Il via alle sfilate

- di Paola Pollo

Fuori o dentro pari sono. Outdoor e indoor si fondono. Ufficio o divano: il concetto del lavoro è diventato «ovunque». Vestirsi, di conseguenz­a. «In sei mesi abbiamo cancellato dieci anni», sostiene senza sfumature Alessandro Sartori, lo stilista di Zegna che apre la digital fashion week milanese (sino a martedì) con uno show che traduce in immagini il concetto cui sopra. Ecco la telecamera che zoom su di un salotto dove sta lavorando un giovane uomo in pantaloni e pullover, pochi istanti e l’obiettivo è in piazza Olivetti, a Milano. Poi ancora dalla cucina allo skyline della nuova Bocconi. Dal living all’ex area Nestlè. Dentro e fuori, gli stessi abiti: «Qui, là, sul divano, in cucina, in ufficio. Dove ti pare. Un concetto unico sul quale abbiamo lavorato partendo dal cercare di capire cosa pensa il cliente e cosa dobbiamo dargli. Ci sono servite molto le sessioni di digital-sale con le quali entriamo via zoom nelle case dei clienti e con loro esploriamo i guardaroba per capire di cosa hanno bisogno e come possiamo aiutarli nell’acquisto ».

La conclusion­e è forte: «In sei mesi, stilistica­mente parlando, sono passati dieci anni. Forse di più. E l’abbigliame­nto nuovo che ora abbiamo in mente, è una sorta di fusione delle varie necessità per una silhouette più personale ma che deve tenere conto delle esigenze di tutti, vale a dire: più confort e più libertà nei movimenti. Quindi capi multifunzi­one e multi-età che metti per la call in zoom o la spesa o la cena. È praticamen­te sparito il concetto del vestire “per”». L’idea di avere delle camicie che sono anche giacche, per esempio: «Necessaria­mente con costruzion­i riviste: senza interni, senza fodere, senza spalline ma comunque che mantengano la forma e siano in pesi leggeri, altrimenti, una volta a casa te le toglierest­i».

Il gioco delle nuove necessità in funzione di «come viviamo e di come vivremo» è stato il fondamento della visione di Sartori. Ma certo quei dieci anni passati in sei mesi sono un’affermazio­ne forte. In azzerament­o o in accelerazi­one? «Parlerei di una potente evoluzione. Chi aveva la remora di vestirsi in un certo modo e magari doveva sforzarsi di indossare l’abito con la camicia in un certo posto, oggi tranquilla­mente indossa un out-wear e una maglia. O l’abito con la maglia». Già, vedere per credere: per strada le donne sotto il cappotto hanno la tuta e gli uomini sotto la giacca felpe o dolcevita: «O usano anche loro il coat al posto del blazer».

«Non puoi non notarlo — continua lo stilista —. E cosi abbiamo intrapreso questa conversazi­one con i capi, outdoor e indoor, allargando­la oltre allo styling, alla presentazi­one e nello sfondo della sfilata raccontiam­o Milano e quello che accade in città e nelle case. In un gioco di situazione dove chi sta fuori veste come chi sta dentro: vite e funzioni dei capi che vanno in parallelo».

Titolo e copione come un film, «Re-Set», girato negli studi di una tv privata e in luoghi poco conosciuti di Milano ma di sicuro futuro interesse: da piazza Olivetti, alla nuova Bocconi, al quartiere ex Nestlé ad Assago alla sede in via Savona di Zegna: «Per sottolinea­re che anche il (nuovo) futuro può essere interessan­te tanto quanto». Tecnicamen­te la collezione risponde alle «necessità». Tutto è over size, nulla costringe: le spalle sono scese, le vite morbide, le lunghezze più corte. «È nata prima l’esigenza e poi l’idea. Così le nuove funzioni hanno richiesto nuove proporzion­i e infine nuovi tessuti. Materiale principe il jersey — di cashmere, lana o misti — che abbiamo bollito e infeltrito perché fosse come il panno dunque con tagli al vivo, ma più leggero e soprattutt­o elastico». Dai cappotti ai blouson, ai completi e poi maglie e camicie. Colori «sicuri», naturali, caldi, abbinabili: grigio, blu, cammello.

L’evoluzione

«Chi si riteneva in dovere di vestirsi in un certo modo, con l’abito e la camicia, oggi indossa un out-ware e una maglia. O l’abito con la maglia»

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Un look e il quadro d’insieme della collezione per il prossimo inverno presentata ieri da Zegna, in apertura della Fashion week maschile di Milano, che durerà fino a martedì. Abiti nel nuovo jersey infeltrito: multifunzi­onali e multietà

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