Dalla giacca alla mascherina, l’inverno del grafene
Leggerissimo, termico, antibatterico e antivirale. Il fondatore di Directa Plus: per capirlo, va indossato
Giulio Cesareo ne è convinto: l’esperienza è il modo migliore per comprendere le potenzialità del grafene anche nella moda. Lui è il fondatore di Directa Plus, azienda nata a Lomazzo , in provincia di Como, nel 2005, quotata all’AIM di Londra dal 2016 e tra i più grandi produttori mondiali di prodotti a base di grafene.
Ora ha appena lanciato Cosmic Collection, piccola collezione di capi con Graphene Plus. Si tratta di un materiale brevettato e utilizzato nei campi più diversi: dall’asfalto alla decontaminazione delle acque dagli idrocarburi. Ambizione dichiarata: mostrare al mondo la versatilità del neo materiale. La capsule (venduta sul sito grapheneplus.com) si compone di tre capi: una giacca sportiva dal nome simbolico «2004» (quello della scoperta del grafene all’Università di Manchester), una t-shirt tecnica con circuito termico in versione uomo e donna e infine un’edizione limitata di mascherine G+ Co-Mask, in due modelli e dettagli catarifrangenti. Tutto con un tema che richiama la struttura esagonale dell’atomo di carbonio, che costituisce il grafene.
«Si tratta — osserva Cesareo — di un materiale con delle caratteristiche incredibili, con migliaia di potenziali applicazioni. Ha la resistenza meccanica del diamante, è 200 volte più resistente dell’acciaio ma è leggerissimo e flessibile come la plastica». In pratica, funziona come un super-additivo: ne basta pochissimo per migliorare o addirittura creare nuove caratteristiche ai materiali ai quali viene aggiunto. In primis, nei tessuti visto che migliora la gestione del calore dei capi. Aiutando — grazie a un circuito termico — sia a rinfrescare il corpo in climi caldi, sia a mantenere il calore alle basse temperature. Con il grande vantaggio di essere anche antibatterico e antivirale.
Una caratteristica che ha determinato il successo del progetto G+ CO Mask: le mascherine al grafene durante l’emergenza sanitaria hanno spopolato, oltre 600mila euro le vendite in pochi mesi. «Per la prima volta — racconta Cesareo — abbiamo venduto un prodotto al grafene al consumatore finale. Dopo aver sperimentato nel settore del fashion con forniture importanti che vanno da Colmar a Grassi fino a Loro Piana, siamo andati oltre a quanto facevamo prima del Covid».
Ora, l’intenzione è rendere tutti consapevoli della portata della nuova tecnologia: obiettivo di Cesareo è «educare il consumatore a indossare capi belli ma allo stesso tempo super performanti». Per il futuro, l’ingegnere imprenditore pensa ai settori del design e dell’automotive.
«Le possibilità — conclude — sono quasi infinite. Oggi riusciamo a trasportare il calore, poi verrà il turno anche dei dati. Il tutto senza rinunciare allo stile: per capire il grafene, basta indossarlo sulla propria pelle».
Per la prima volta, abbiamo venduto al consumatore finale, dopo le forniture a Colmar, Grassi o Loro Piana