Via il superfluo, qualità altissima «La moda ora è un bene rifugio»
«Oggi dobbiamo guardare alla moda con occhi diversi. Per questa ragione è necessario fare collezioni più ristrette, facendo tutti un servizio e non confusione proponendo tendenze buone per una sola stagione». È un convinto sostenitore del meno è meglio da sempre Stefano Mortari, mantovano di origine, ma dal cuore milanesissimo, che, con il suo omonimo brand, porta avanti con successo questo messaggio, nella capitale meneghina, da oltre 25 anni. Lo stilista ha fatto dell’essenziale il suo tratto distintivo: «Si tratta di una raffinatezza — osserva — svelata soltanto a chi la sa comprendere e in grado di valorizzare le forme piuttosto che mortificarle». Lo stilista si muove per sottrazione per arrivare dritto all’essenza della forma. «Non ho mai amato la moda gridata — spiega Mortari — puntando sempre a togliere il superfluo. Ho sempre amato, del resto, giocare con i tagli e con i volumi per sorprendere e, forse, anche per questo motivo il brand ha continuato a registrare buoni risultati in Italia anche in questi tempi così difficili. Ora più che mai, infatti, la richiesta è quella di una moda senza tempo e di altissima qualità, che diventi un servizio e un bene rifugio». Un pensiero che ha permesso a Mortari di vantare collaborazioni importanti nel corso della sua storia: da Yohji Yamamoto a Azzedine Alaïa, passando per Marni e Ballantyne, fino a Moncler. E che si riflette nelle collezioni del brand: un guardaroba completo e facile da indossare fatto di abiti, bluse, pull e gonne, senza decorazioni e in materiali pregiati come cashmere, lino, cotone, jersey e fibre innovative. «Ho sempre sostenuto le filiere corte e una produzione al 100% sul territorio: dai distretti del Veneto a quelli di Reggio Emilia. Proteggere queste realtà significa trasmettere i valori di una moda sostenibile, che bisognerebbe insegnare nelle scuole. Un tentativo che ora sta facendo egregiamente lo Iulm con il corso di laurea in Moda e Industrie creative». Non mancano nei progetti dello stilista dei piani di espansione, accarezzando il sogno di aprire il primo monomarca fisico, dopo il successo dello showroom milanese e della distribuzione in boutique e concept store selezionati in tutto il mondo tra i quali spiccano Biffi a Milano, Penelope a Brescia, Isetan a
Tokyo e Avenuel a Seoul.
«Voglio che il mio brand — conclude Mortari — sia una certezza per i clienti. In più, in questo momento sarebbe davvero un bel segnale forte aprire un negozio, una cosa che farò sicuramente appena si potrà e quando troverò il posto giusto sia a Milano che in
Giappone».