Corriere della Sera

Gli atolli e la «Pàl» Le vostre mappe per dare un senso al riordino dei libri

- Di Irene Soave Irene Soave isoave@rcs.it

Sessantaci­nque mail in un giorno! Questo spazio dedicato al riordino si permette di gongolare. Prima di Natale, scrivevamo del riordino dei libri di casa: impresa tra le più difficili, perché è un piccolo esercizio di critica letteraria (e sbaglia la guru Marie Kondo a imporre un massimo di 30 volumi per casa). In appena 24 ore avevo già ricevuto 65 mail con spiegazion­i di come voi lettori riordinate le vostre librerie. Grazie!

Traiamone un prontuario.

1) Stravince il criterio geografico. Divisa la saggistica dalla narrativa, quest’ultima è quasi sempre disposta per «atolli» geografici: i francesi, i russi, gli italiani; ciascun settore poi in ordine alfabetico (cioè per esempio in zona narrativa francese Carrère prima di Dumas). Una minoranza li sotto-ordina invece in via cronologic­a (Dumas prima di Carrère). Tutti tengono la poesia da parte, spesso ordinata con criteri diversi.

2) Tutti o quasi teniamo una corposa «Pàl», separata dal resto: cioè una pila dei libri da leggere, in francese «pile à lire». L’elegante definizion­e viene dalla signora Gloria Mina, di Milano, che l’ha sul comodino. Il brianzolo Athos Menghini la mette «vicino alla tv», come un memento a preferire la lettura allo zapping. In generale tutti concordano con Umberto Eco: quella dei libri non (ancora) letti è un’anti-biblioteca, cioè una mappa per ricerche future. Nessuno li butta.

3) Il lettore Vittorio Mangilli paga un software in cloud (Collectorz.com) per indicizzar­e i volumi nei suoi scaffali. File excel e database sono la sola mappa possibile per i lettori che hanno ordinato i libri per colore. (5 su 65! Potenza di Instagram).

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