Una casa meno metropolitana riscopre il calore del colore
Dai giallo aranciati ai rossi ciliegia: le tonalità intense che danno fiducia
Il ricordo è ancora vivo: arredi che sembravano incarnare un’eterna primavera grazie all’uso di una tavolozza di tinte pastello fresche, a volte acide, mai sature, capaci di evocare corolle e frutti esotici. Restituite da tessuti, laccature, carte da parati, pitture. Questo fino a poco tempo fa. Oggi, invece, i colori che si affacciano nelle nostre case sono più profondi e confortevoli, caldi pur senza essere autunnali. La sensazione è di un punto fermo, in contrapposizione alla leggerezza, vagamente effimera,
«Sono tinte che sanno esaltare la grana dei materiali: riflessive ed emotive, vibrazionali»
di certi «colorini» che ci rappresentavano in un contesto ormai cambiato.
«Abbiamo voglia di tonalità solide. Niente più grigio, piuttosto gradazioni vibranti di rosso e giallo. La tinta delle terre, l’ocra, colori che definiscono uno stato di appartenenza, una presa di posizione»: Giulio Ridolfo, designer tessile e cromatologo spiega così l’ondata di toni giallo aranciati, rossi e rosa profondi che oggi pervade superfici e rivestimenti. «Lontano dai colori alla Memphis, che ora ci fanno paura perché troppo collegati a una vita metropolitana alla quale apparteniamo meno. Per un po’ saremo ancora proiettati verso l’interno delle abitazioni».
La natura però non è scomparsa, anzi: è solo percepita diversamente, più libera e meno manipolata. «In questo ci aiutano i tessuti materici che esprimono attraverso la trama la loro essenza», afferma Raffaele Fabrizio, direttore creativo di Dedar. Il concetto di «naturale» questa volta accosta colori profondi al bianco. Come succede per esempio nel nuovo tessuto Kiku, corolle cariche su fondo candido (ma «caldo» anch’esso): «I fiori d’estate sono evocati da tre colori intensi - un vermiglio, un giallo sole e un lilla deciso - sparsi sulla superficie bianca segnata da rare righe tono su tono: per suggerire l’idea di un giardino ben curato ma lasciato naturale», spiega Fabrizio.
Colore intrinseco alla materia. E proprio la coesione stretta, conferma Ridolfo, è quella che ci indica la direzione verso le tonalità dense, ricche di calore, intense. Pensiero che lui stesso ha applicato nella revisione della cartella colore ColorSphere appena messa a punto per Poltrona Frau: «Ho voluto togliere quella sensazione di sovrapposizione, di colore applicato a una superficie, scegliendo sfumature capaci di esaltare la grana della pelle rendendola “pittorica”», spiega. «Per esempio, un rosso non più industriale ma evocativo dei vini scuri macerati. Il giallo degli interni napoletani inondati di sole. Il verde lacustre sfumato di grigio». Lui li definisce «colori vibrazionali». Riflessivi ma emotivi.
A un risultato analogo è arrivata la ricerca che il duo Calvi e Brambilla, nella veste di design curator per Flos, ha applicato alla scelta dei nuovi colori per alcune lampade del marchio. Esempio più significativo, la sospensione Diabolo, creata da Achille Castiglioni nel 1998 e ora messa in produzione - accanto al classico bianco - in un intenso rosso ciliegia e in tinta castoro: «E dire che sono colori di alcuni suoi vasi, dalla forma conica simile, prodotti negli anni ’60», raccontano spiegando il senso di questa scelta cromatica
«Un arancio accostato a un argento ha un effetto molto più audace e coraggioso»
(approvata dalla fondazione Castiglioni). Attuale oggi come allora.
Tinte calde sì, ma soprattutto sfidanti, come motiva India Mahdavi che, per il suo ufficio parigino, ha virato la carta da parati creata due anni fa per de Gournay da verde in arancio. «Mi ha colpito subito l’effetto, molto più audace e coraggioso», dice. «E poi ho deciso di accostarlo all’argento e a un azzurrino. Scoprendo che, con questo abbinamento, risulta ancora più energizzante». Perché in fondo, il colore è sì un codice ma non universale. Fabrizio lo definisce «un fatto sociale»: di sicuro, un elemento che sempre più giocherà un ruolo nel benessere di casa.