Conte indica la strada «Inter, se vuoi vincere devi essere cattiva e sentire il sangue»
Se la Juventus è un punto di riferimento per tutti quelli che vogliono tornare a vincere, Antonio Conte lo è per l’Inter. Il club vive un periodo di transizione, il passaggio di proprietà all’orizzonte si fa ogni giorno più vicino. In una fase di cambiamento, se l’ad Marotta è l’uomo che cerca di far quadrare i conti in una difficile fase economica, l’allenatore è la certezza cui l’ambiente nerazzurro si aggrappa. Nelle prossime settimane Suning e gli Zhang dovrebbero cedere la maggioranza della società, acquistata nel giugno 2016: se tutta, o solo parte, al fondo Bc Partners lo si saprà a inizio febbraio. Un mese lungo per Conte, da gestire tenendo al riparo la squadra.
La sfida con la Juventus è un incrocio pericoloso per l’Inter, battuta due volte l’anno passato. La distanza con i bianconeri resta, la formazione di Conte però è cresciuta. «La Juventus rappresenta un riferimento, in questi 9 anni ha dominato in Italia: quando li affronti ti rendi conto a quale livello sei arrivato», sottolinea il tecnico nerazzurro.
Le differenze restano e sono state evidenti soprattutto nel mercato. Dopo Eriksen, l’Inter ha chiuso con Hakimi (il pagamento al Real Madrid della prima rata è stato prorogato a marzo) e tre parametri zero: Kolarov, Sanchez e Vidal. I bianconeri si sono rinforzati spendendo circa 150 milioni. «Sono una squadra che su una struttura che ha sempre vinto ha aggiunto Chiesa, Morata, Kulusevski, McKennie (e Arthur, gli va dato atto che cercano ogni anno di migliorarsi. In Italia nessuna squadra ha annullato il gap: sarebbe illusorio pensarlo. Tanti, come noi, si stanno avvicinando come non accadeva negli anni passati, quando vincevano lo scudetto con 20-25 punti di vantaggio e non era una bella cosa».
Avvicinarsi non basta, per competere serve altro. Non potendo rinforzare la rosa per il momento societario, Conte batte su altri aspetti, quelli che in carriera gli hanno regalato trionfi. «Possiamo e dobbiamo migliorare nel discorso della mentalità, della cattiveria agonistica, del “sentire il sangue” per ammazzare sportivamente l’avversario».
La Juve non è ferita, ma attardata sì, l’Inter ha la possibilità di pugnalarla e spedirla a 7 punti di distanza. Soprattutto ha la chance di tornare a vincere un confronto dopo quasi cinque anni: l’ultimo successo è di settembre 2016.
Conte si presenta al primo match con l’allievo Pirlo con la formazione titolare. Le due rose hanno però una profondità diversa, soprattutto nella qualità. Se a rubare l’occhio è il confronto Lukaku-Ronaldo, la sfida al solito si deciderà a centrocampo, dove il tecnico nerazzurro deve trovare il miglior Vidal, tornato al gol a Firenze, ma fin qui mai decisivo nei big match. Conte però non vede il rischio che possa andare fuori giri contro la sua ex squadra. «Ha vinto tanto e giocato in club importanti, ha l’esperienza per affrontare gare simili. Per gli altri giocatori queste partite sono importanti per la crescita e vanno affrontate in modo da trasformare la pressione in maniera positiva». In sostanza vuol dire una sola cosa: vincere e regalarsi un po’ di tranquillità, al riparo dalla tempesta che sta investendo la società.
Conte
Vidal sa come si devono giocare queste sfide