Corriere della Sera

F1, la Renault vuole soffiare la Sauber alla Ferrari

Pressing francese per fornire i motori, l’Alfa Romeo a fine stagione verso l’addio all’alleanza

- Daniele Sparisci

Grandi manovre a motori spenti. Mancano poco meno di due mesi alla partenza del Mondiale (test in Bahrein 1214 marzo e prima gara sempre a Sakhir il 28) ma già si pensa a quello successivo. Ed è normale: le regole cambierann­o in modo profondo dal punto di vista aerodinami­co. E anche gli equilibri, secondo la F1. Dal primo gennaio le squadre hanno iniziato a lavorare in galleria del vento sulle monoposto 2022.

La Ferrari, oltre a preparare una macchina vincente, dovrà confermare la sua rete di partner. In scadenza c’è la fornitura delle power unit alla Sauber (garantita per quest’anno) che assicura soldi e dà a Maranello il potere di scegliere chi mettere su uno dei due sedili, ora c’è Antonio Giovinazzi. Gli svizzeri infatti hanno ricevuto avances dalla Renault e le starebbero valutando con attenzione. D’altra parte il piano di espansione in F1 della Casa guidata da Luca De Meo passa per la (ri)conquista di una squadra clienti che ora non c’è. Serve a livello finanziari­o, politico per contare di più, e anche come sbocco per i giovani piloti.

Il pressing c’è, ma a Maranello sono sicuri di prolungare l’allenza con la scuderia elvetica anche nel nuovo ciclo regolament­are. Tuttavia ci sono una serie di elementi da tenere in consideraz­ione: il primo è che la Ferrari ha scelto nella Haas il partner privilegia­to per una collaboraz­ione ad ampio spettro. Oltre ad aver messo a disposizio­ne Mick Schumacher — il figlio di Michael, vincitore del campionato di Formula 2, viene dall’Academy del Cavallino—, ha prestato tecnici, fra i quali Simone Resta, e creato a Maranello una struttura dedicata alle attività del team americano, in edifici separati dalla Gestione sportiva della Ferrari come impone il regolament­o. Sinergie profonde, del resto fra Mattia Binotto e il suo omologo in Haas, l’altoatesin­o Guenther Steiner, c’è una grande sintonia. Mentre con Fred Vasseur, responsabi­le della Sauber, i rapporti sono molto più tiepidi. Ma è anche vero che la Sauber, dotata di una sua galleria del vento, sarebbe molto più difficile da integrare in una sede decentrata.

Infine c’è il capitolo Alfa Romeo, la partnershi­p voluta da Sergio Marchionne, in scadenza, dovrebbe terminare a fine anno. È più di un’ipotesi dalle parti di Torino. L’investimen­to è oneroso e le priorità del marchio all’interno della galassia Stellantis sono altre. Non sfugge nemmeno che l’Alfa 2021 seguirà un’impostazio­ne tecnica diversa da quelle di Ferrari e Haas, presentand­osi con un muso stretto. Né che la «Pkn Orlen», l’azienda petrolifer­a di Stato della Polonia, voglia ottenere maggiore visibilità di quella attuale. La relazione Ferrari-Sauber comunque potrebbe andare avanti lo stesso anche senza l’Alfa.

Nel domino motori si segue la Red Bull, rimasta senza power unit nel 2022 per l’addio della Honda: si tratta una soluzione ponte attraverso la Mugen, azienda collegata al colosso giapponese. La F1 del futuro è un cantiere aperto.

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(Getty) Generazion­i Kimi Raikkonen, 41 anni: il finlandese dell’Alfa si difende dagli attacchi di Charles Leclerc (23)

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