Magistratura, come recuperare la credibilità
Roma, l’inaugurazione dell’anno giudiziario. Omicidi giù del 13%, ma più femminicidi. Processi lenti
Le toghe, per loro stessa ammissione, non hanno ancora recuperato credibilità. Ad un anno dallo scandalo delle nomine pilotate la magistratura cerca soluzioni. In gioco ci sono i destini dei cittadini che si rivolgono a un tribunale. Ieri a Roma l’inaugurazione dell’anno giudiziario. Giù gli omicidi, aumentano i femminicidi.
«La pandemia ha ulteriormente mostrato l’inadeguatezza del sistema, la gracilità e vetustà di molti suoi gangli». Il primo presidente della Corte di Cassazione, di fronte al capo dello Stato e alle massime autorità intervenute ieri alla cerimonia di apertura dell’anno giudiziario 2021, ammette che quello appena trascorso è stato l’«anno orribile» della magistratura.
A causa del Covid che ha causato «il sostanziale blocco dell’attività giudiziaria» e messo in luce la «necessità di ripensare il sistema». Ma anche per la crisi causata dal caso Palamara: «Per ogni scelta che operiamo, forse il segreto è di chiederci quanto siamo credibili», sottolinea.
Per Curzio è tempo di riforme. «Ne sono state fatte tante», ma hanno finito per «complicare». È necessario un «cambiamento profondo e incisivo». Per questo Curzio invita ad approfittare del Recovery fund. Ma, citando Draghi, avverte: guai a «privare un giovane del futuro».
Curzio ammette una lentezza nei processi «oltre il livello di ragionevolezza». E numeri «drammatici»: 3 milioni e 300 mila processi pendenti nel civile, 2 milioni e 670 mila nel penale. Solo nell’ultimo anno 50 mila ricorsi penali e 30 mila civili: il 55% dei quali costituito dai ricorsi dei cittadini contro le cartelle fiscali e quelli dei migranti per ottenere il permesso di soggiorno. Servono «digitalizzazione, semplificazione, nuove risorse umane e strumentali».
Concorda il pg Giovanni Salvi sulle condotte «di assoluta gravità», emerse dalle chat di Palamara (che lo tira in ballo per aver, sostiene, caldeggiato la propria nomina). E rivendica 27 iniziative disciplinari, 17 già al Csm. Poi il Pg evidenzia, a fronte di una diminuzione degli omicidi (-13,5%), l’aumento dei femminicidi e dei reati che li precedono: violenze sessuali e stalking. Rimarca che la criminalità non conosce crisi. E avverte di «allarmanti pulsioni terroristiche, razziste e antisemite».
Oggi le cerimonie nelle Corti d’Appello. Da Venezia, dove si registra un’impennata delle indagini sulla sanità, a Palermo, dove la speculazione sul Covid la fa la mafia. Il cui capo, si legge nel report allegato alla relazione, è ancora Matteo Messina Denaro.