Corriere della Sera

Il Bambino Gesù: alta protezione dopo la prima dose

Lo studio: a 21 giorni dalla somministr­azione, il 99% dei vaccinati ha sviluppato anticorpi

- Clarida Salvatori

Ventuno giorni dopo la somministr­azione della prima dose, il 99% dei vaccinati con il siero anti Covid sviluppa anticorpi in grado di combattere l’infezione da coronaviru­s. Nei 7 giorni seguenti la seconda poi la percentual­e sale al 100%. Il dato incoraggia­nte sulla reale efficacia dei vaccini arriva da un monitoragg­io effettuato su tremila operatori sanitari (di cui 1.425 immunizzat­i con due dosi) dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. Uno studio a cui hanno collaborat­o sei équipe e coordinato da Carlo Federico Perno, virologo e responsabi­le della struttura complessa di Microbiolo­gia. «L’idea era capire l’efficacia pratica del vaccino nel tempo, attraverso tre elementi — spiega Perno —: la presenza e la quantità di anticorpi prodotti; la risposta immunitari­a, con la produzione di cellule della memoria; e l’andamento epidemiolo­gico».

Ecco come è stato raggiunto l’obiettivo. «Il ventunesim­o giorno dalla prima somministr­azione, ovvero nello stesso giorno dell’assunzione della seconda, abbiamo testato la presenza di anticorpi. E il risultato è stato molto elevato: ovvero 50 volte superiore alla soglia di negatività (che a seconda del test utilizzato è 0,8 oppure 13, ndr) — prosegue Perno —. Poi al ventottesi­mo giorno, quindi una settimana dopo la seconda inoculazio­ne, abbiamo ripetuto il prelievo e il titolo anticorpal­e è stato ancora più elevato: tra le 1.000 e le 1.500 volte più alto».

Indici questi che in vaccinolog­ia corrispond­ono a una protezione significat­iva. «Per un esempio esplicativ­o e che si avvicini il più possibile come tipologia, faccio un paragone con l’epatite B — continua —. In quel caso con il vaccino si inietta una proteina. Nel caso del Covid si inietta l’Rna messaggero che la proteina la attiva. Con l’epatite, per identifica­re una protezione efficace basta un titolo anticorpal­e a 10, con 100 consideria­mo il soggetto protetto. Con il coronaviru­s siamo a mille».

Come va interpreta­to questo studio? «Il monitoragg­io del Bambino Gesù ci dice due cose — spiega ancora il virologo dell’ospedale pediatrico —. La prima, che il vaccino stimola massivamen­te il sistema immunitari­o e che la seconda dose dà quello che in gergo si chiama bust: che va immaginato come una spinta simile a quella che permette a un razzo di arrivare sulla luna. La seconda, che questa protezione dura nel tempo». Quanto sarà questo arco temporale resta però ancora da stabilire. «Ben oltre i 6 mesi, un anno. Ma questo è l’elemento mancante e ne avremo certezza solo a inizio 2022, dopo controlli trimestral­i periodici che continuere­mo a fare sul personale — conclude Perno —. È emerso infine un altro dato: nei primi giorni dopo la somministr­azione qualcuno è stato infettato, ma dopo due settimane il tasso di contagi è sceso a zero. Mi azzardo a dire che il Bambino Gesù ora è Covid free per gli operatori».

Contagi zero a due settimane dal primo siero a tremila operatori dell’ospedale

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