Consip, 10 mesi a Del Sette per le rivelazioni sull’inchiesta in aula aveva ribadito: «Sono qui con molto imbarazzo e amarezza. Ho fatto 47 anni di carriera nell’Arma, ho lottato per la legalità». Un «procedimento martoriato da molteplici fughe di notizie
L’ex comandante dell’Arma disse al presidente della società che l’imprenditore Romeo era indagato
Il gup aveva disposto il processo sul presupposto di «non pochi e non occasionali “interessamenti” di ambienti istituzionali vicini all’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi, volti a impedire il regolare corso delle indagini»: il caso è quello dell’inchiesta Consip e ieri è arrivato il primo riscontro con la condanna dell’ex comandante dei carabinieri, il generale Tullio Del Sette, a 10 mesi (pena sospesa) per favoreggiamento e rivelazione di segreto d’ufficio. Per lui il pm Mario Palazzi e l’aggiunto Paolo Ielo avevano sollecitato un anno e due mesi, che i giudici hanno ridotto in virtù delle attenuanti generiche. Del Sette aveva rinunciato all’esame dei testimoni, anticipando così il giudizio rispetto agli altri imputati. Tra questi ci sono l’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca Lotti, accusato di favoreggiamento per aver rivelato l’indagine all’ex ad di Consip Luigi Marroni, e poi il generale Emanuele Saltalamacchia, già comandante dei carabinieri in Toscana, Filippo Vannoni, ex presidente di Publiacqua, l’imprenditore Carlo Russo. A loro si sono aggiunti, dopo l’iniziale proscioglimento, l’ex maggiore del Noe, Giampaolo Scafarto (rivelazione di segreto, falso e depistaggio) e il suo superiore, il colonnello Alessandro Sessa (depistaggio).
Quanto a Del Sette, che ieri non era in aula, è stato riconosciuto colpevole di aver rivelato nel maggio del 2016 all’ex presidente Consip, Luigi Ferrara, l’esistenza di un’inchiesta sull’imprenditore Alfredo Romeo, suggerendogli di essere cauto al telefono. «Non ho mai dato informazioni su nessuna inchiesta — disse l’ex comandante in un’intervista al Corriere —. Ferrara mi chiese un parere sull’opportunità di ricevere un imprenditore, ho risposto quello che ne pensavo. Ho sempre e solo fatto il mio dovere e forse ho pestato i piedi a qualcuno». E