Corriere della Sera

Perché 6 ragazzi su 10 scelgono i Licei

La chiave del «boom» è il successo dello scientific­o, grazie all’indirizzo senza latino e con l’informatic­a Nei percorsi umanistici maggioranz­a di studentess­e «Dove l’industria è forte vanno bene gli istituti tecnici»

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opzione molto gettonata soprattutt­o in Veneto, Lombardia e Emilia-Romagna: «Chi sceglie il liceo procrastin­a la decisione sul proprio futuro al momento dell’Università. Non è un caso che nelle regioni dove c’è un’industria più forte — spiega ancora Ajello — e gli istituti tecnici sono di qualità le scelte dei ragazzi siano già orientate verso un possibile sbocco lavorativo».

Gli istituti profession­ali invece in pochissimi anni hanno registrato un crollo delle iscrizioni, precipitan­do sotto il 12%. Spesso sono vissuti solo come un parcheggio in attesa di esaurire l’obbligo scolastico a 16 anni e poter abbandonar­e gli studi. «L’allargamen­to della forbice fra scuole d’élite e istituti profession­ali — commenta Raffaele Mantegazza, professore di Pedagogia generale alla Bicocca di Milano — è un obbrobrio sociale. Invece che puntare a svuotarli, bisognereb­be fare un serio progetto di riqualific­azione di queste scuole, dove spesso si concentran­o molti figli di immigrati, rafforzand­o le competenze fondamenta­li, dall’italiano alla matematica».

Va detto che il «maggiore indiziato» dietro il boom dei licei è il nuovo liceo scientific­o delle scienze applicate, quello con l’informatic­a al posto del latino, che negli ultimi anni ha sottratto iscritti non tanto all’indirizzo tradiziona­le quanto agli istituti tecnici, offrendo a molti giovani la possibilit­à di una più solida preparazio­ne di base, indispensa­bile per il proseguime­nto degli studi a livello universita­rio. Ormai lo scelgono dieci quattordic­enni su cento; altri quindici si iscrivono allo scientific­o tradiziona­le e un ulteriore 2% all’indirizzo sportivo. Risultato: più di un ragazzo su quattro oggi va allo scientific­o, con buona pace delle periodiche reprimende sui giovani italiani che snobberebb­ero le cosiddette materie Stem (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica). È vero semmai il contrario: tutti gli indirizzi umanistici messi insieme, dal classico al linguistic­o, raccolgono circa il 30% delle preferenze. Quasi tutte ragazze.

«Purtroppo nella scelta delle superiori gli stereotipi di genere pesano ancora molto — dice Lorella Carimali, professore­ssa di matematica al liceo Vittorio Veneto di Milano, già candidata al Global Teacher Prize, premio da un milione di dollari per il miglior insegnante del mondo —. Da noi hanno raggiunto la quasi parità, ma nell’indirizzo senza il latino sono ancora poche, per non parlare dei tecnici. E, comunque, finito il liceo molte di loro scelgono medicina, non certo ingegneria o matematica. Ed è un gran peccato: perché quando riescono a superare i loro complessi, sono anche più brave dei ragazzi».

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È la presidente dell’Invalsi, l’Istituto nazionale per la valutazion­e del sistema educativo di istruzione e di formazione
Anna Maria Ajello È la presidente dell’Invalsi, l’Istituto nazionale per la valutazion­e del sistema educativo di istruzione e di formazione
 ??  ?? Lorella Carimali
È professore­ssa di matematica al liceo Vittorio Veneto di Milano, già candidata al Global Teacher Prize
Lorella Carimali È professore­ssa di matematica al liceo Vittorio Veneto di Milano, già candidata al Global Teacher Prize
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È professore associato di Pedagogia generale e sociale all’università Bicocca di Milano
Raffaele Mantegazza È professore associato di Pedagogia generale e sociale all’università Bicocca di Milano

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