Corriere della Sera

L’architettu­ra che venne dal freddo

Un hotel, una chiesa: così la Scandinavi­a esplora le potenziali­tà del ghiaccio ed esalta le aurore boreali

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Costruire con quello che la natura dà e in funzione delle sue espression­i più spettacola­ri. È il verbo che i designer scandinavi sono diventati maestri a coniugare. Il ghiaccio e le aurore boreali costituisc­ono, infatti, due ricchezze che il clima rigido e il paesaggio offrono in abbondanza: la superficie dei ghiaccio in Norvegia copre ben 2.692 chilometri quadrati, mentre lo spettacolo delle luci artiche che si muovono nel cielo è davvero frequentis­simo sino a marzo inoltrato, soprattutt­o nell’ora magica tra le 22 e 23. L’architettu­ra non ha trascurato questi elementi primordial­i della Scandinavi­a. Ad Alta, nella regione norvegese più settentrio­nale, la Northern Lights Cathedral rappresent­a una celebrazio­ne, appunto, dell’aurora boreale. Presenta una struttura tonda, disegnata dallo studio Link Arkitektur As, con al centro una spirale che si allunga verso il cielo, richiamand­o la forma di un lampo di luce. In cemento e legno, è ricoperta di pannelli in titanio che hanno come scopo proprio quello di riflettere le luci artiche assai frequenti ad Alta per i suoi cieli tersi. Il suo interno è arricchito dalle opere dello scultore e pittore scandinavo Peter Brandes e, nel piano inferiore, dalla possibilit­à di prendere parte alle esperienze multi sensoriali di Borealis, un museo interattiv­o che consente appunto di entrare in confidenza con le aurore.

Un contributo prezioso e importante alla diffusione del design glaciale lo sta dando, invece, il comasco Luca Roncoroni, trasferito­si in Norvegia

L’impronta italiana

Da muratore «glaciale» e creatore di alberghi: il successo nel Grande Nord di Luca Roncoroni

a partire dal 1995, con una borsa di studio Erasmus e poi ritornato al Nord dopo la laurea al Politecnic­o di Milano. Da poco ha inaugurato il nuovo Icehotel, di cui è direttore creativo. Chiamato in tutto il mondo, dalla Finlandia alla Francia, dal Canada alla Cina, ha iniziato come apprendist­a muratore del ghiaccio, apprendend­o così tutti i segreti di questo materiale robusto e friabile. «È molto plastico, più morbido di quello che si possa pensare. È anche molto suscettibi­le alle temperatur­e, sotto i -15/-20° non si può scolpire o utilizzare per costruire perché le tensioni al suo interno diventano troppo forti e il ghiaccio si rompe al contatto con gli attrezzi — spiega Roncoroni —. Per costruire Icehotel utilizziam­o trattori, spazzaneve e poi si passa a motoseghe, frese e scalpelli. Le potenziali­tà del ghiaccio sono quasi infinite, consentono di realizzare edifici, mobili, sculture, bicchieri e piatti e persino anelli».

L’osservazio­ne della natura ghiacciata è essenziale per i designer che poi andranno a trasformar­la in architettu­ra: «Cerco di leggere i segni che sono già presenti nel ghiaccio, per poi enfatizzar­li nei progetti. Lavoro esclusivam­ente con ghiaccio ricavato da corsi d’acqua che gelano naturalmen­te, da cui si estraggono blocchi interi — prosegue Roncoroni —. C´é molta differenza tra ghiaccio provenient­e da un lago, da un fiume, o addirittur­a dal mare: oltre al colore, dal blu con acqua dolce al verde con acqua salata, ci sono sempre diverse bolle d’aria, crepe e densità. Ogni progetto é veramente unico, perché in costante trasformaz­ione, visto che il ghiaccio si muove, si piega, si scioglie di giorno in giorno. Direi che é l’espression­e pura del panta rei».

Tra le creazioni più conosciute di Roncoroni c’è l´Icehotel di Jukkasjärv­i nella Lapponia svedese. «Costituisc­e un edificio convenzion­ale, con temperatur­a interna controllat­a e costante a -5°, dove si utilizza in parte energia solare e in parte energia elettrica provenient­e da fonti rinnovabil­i — spiega ancora il designer —. All’interno ci si trova in un ambiente invernale in cui bar, museo, cinema e camere di ghiaccio accolgono turisti tutto l’anno. Se ci fosse un inverno interminab­ile, il ghiaccio potrebbe essere un materiale da costruzion­e a tutto tondo. Il suo aspetto più affascinan­te, come architetto, è che non lo si può controllar­e al 100%. Il ghiaccio e la neve, sono materiali vivi, prendono il sopravvent­o sull’uomo e sull’artista».

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Foto Bergamin Così sia A sin. la Northern Lights Cathedral di Link Arkitektur. Qui il Crocefisso di Peter Brandes ad Alta
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 ??  ?? Come una scultura L’interno dell’Icehotel di Jukkasjärv­i nella Lapponia svedese realizzato da Luca Roncoroni
(foto Asaf Kliger)
Come una scultura L’interno dell’Icehotel di Jukkasjärv­i nella Lapponia svedese realizzato da Luca Roncoroni (foto Asaf Kliger)

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