PER AVERE POLITICI MIGLIORI L’UNICO MODO È
SCEGLIERLI
Caro Aldo, ogni nuovo nato in America è un potenziale Presidente degli Usa. È diffuso l’augurio che ogni nuovo figlio, arrivato in famiglia, possa aspirare alla Presidenza. In Italia la politica non ha la stessa positiva immagine e non suscita le stesse motivazioni. Anzi, sembra attrarre prevalentemente coloro che non hanno successo nel lavoro. Il risultato è che la nostra classe politica è ricca di mediocri e povera di eccellenze. Mai come oggi, di fronte ai problemi epocali che incombono, soffriamo la modestia dei politici, che questi problemi dovrebbero affrontare e risolvere.
Caro Gianfranco,
Quasi tutte le numerose lettere sulla crisi di governo (che rischia di diventare crisi di sistema) sottolineano l’inadeguatezza della nostra classe dirigente.
È un tema antico, esasperato dalla drammaticità del momento. È vero che ogni Paese ha la classe dirigente che si merita, e non esiste una società civile pura e incorrotta contrapposta a un’élite fiacca e inadeguata. Resto però convinto che una società complessa come quella italiana possa esprimere personaggi migliori di quelli che abbiamo visto in azione, sui vari fronti, in questi giorni e in questi mesi.
Tra le tante mail scelgo la sua, gentile signor Cavi, perché fa riferimento al criterio con cui la classe politica viene scelta. Oggi è molto rimpianta la prima Repubblica. Ricordo però che i sindaci all’epoca non contavano molto più di nulla: designati dai partiti, potevano essere destituiti da un momento all’altro. Da quando (1993) i sindaci sono eletti direttamente dai cittadini, il loro prestigio è cresciuto, il loro rapporto con la città è più solido. Lo stesso (anche se non sempre) si può dire dei presidenti di Regione. Perché non consentire agli elettori di scegliere gli eletti, magari attraverso i collegi uninominali, previsti da una legge che porta il nome dell’attuale capo dello Stato, e aboliti da una legge che il suo stesso autore definì una porcata?