Corriere della Sera

Germania e Spagna, sale il Pil nel quarto trimestre

Crescita (+0,1% e +0,4%) nonostante le restrizion­i. Calo in Francia, ma meno delle attese

- Giuliana Ferraino

Dopo la corsa del terzo trimestre, la frenata dell’attività economica nei Paesi della zona euro, a causa delle nuove restrizion­i per contrastar­e la ripresa della pandemia, è evidente. Ma, a sorpresa, il rallentame­nto è inferiore alle attese e attutisce la caduta per l’intero 2020. In Spagna, tra ottobre e dicembre dell’anno scorso, il pil è salito addirittur­a dello 0,4% rispetto al trimestre precedente (chiuso con un balzo del 16,4%), ma la variazione annua è in calo del 9,1%, segnala l’istituto di statistica iberico Ine nelle stime preliminar­i. Per l’intero anno, ora l’Ine prevede una flessione dell’11%, in linea con le previsioni del governo di pedro Sanchez. Un tonfo, meno però della stima di -12,8% appena aggiornata dal Fondo monetario internazio­nale. Per un soffio anche la Germania riesce a mettere il segno più davanti al quarto trimestre, segnando +0,1% sul terzo trimestre, quando l’economia tedesca aveva registrato un progresso dell’8,5% dopo il crollo del pil tra aprile e giugno (-9,7%). Adesso per l’Istituto di statistica federale l’intero 2020 si chiuderà a -5,3%. E Pil in rialzo (+0,2% su base congiuntur­ale) tra ottobre e dicembre pure in Belgio, che finirà l’anno in calo del 6,2%.

La Francia, invece, termina gli ultimi tre mesi del 2020 con il prodotto interno lordo in discesa dell’1,3%, ma è comunque un risultato migliore delle stime, che indicavano una flessione del 4%, dopo il +18,5% del terzo trimestre. L’Insee segnala perciò che ora si aspetta una crescita in caduta dell’8,3%, un risultato migliore del -9% che l’istituto di statistica e la Banque de

France avevano previsto in precedenza, mentre il governo di Parigi indicava -11%.

Il dettaglio dei dati del pil segue l’andamento della pandemia: l’economia è crollata in primavera, prima di registrare un rimbalzo in estate. Ma l’attività, soprattutt­o i viaggi el’accoglienz­a, ha registrato una pesante battuta d’arresto al ritorno delle restrizion­i. Non è un caso perciò che a pagare il prezzo più alto sono le economie più esposte al turismo, come la Spagna. mentre un’economia molto industrial­izzata come la Polonia riesce a limitare la flessione nel 2020 (-2,3%). Se i consumi e i servizi sono caduti ovunque per chiusure e coprifuoco, l’attività manifattur­iera e l’export hanno infatti «tenuto» nella seconda ondata del Covid rispetto al lockdown della primavera.

Martedì prossimo l’Istat alzerà il velo sui dati del Pil italiano per il quarto trimestre e per l’intero 2020, ora stimato in caduta del 9,2%. Lo stesso giorno Eurotat comunicher­à il pil dell’eurozona.

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