«Io, uomo di plastica, finirò in un sacco giallo»
Sono una persona normale, che mangiava di tutto. Secondo i guru dell’alimentazione scientifica e sanguigna, il mio Dna è predisposto per un’alimentazione carnivora. Con gli anni, il bisogno di carne è diminuito, ne mangio meno purché sia gustosa. Consumo legumi, cereali, minestroni, verdure (ho un figlio contadino che le coltiva bio), a volte formaggi, le uova delle mie galline e molto pesce. Essendo appassionato di cucina (abbiamo un ristoro agricolo bio), mi diverto a creare piatti di pesce, utilizzando pesce da allevamento, ma soprattutto pescato in mare. Qualche tempo fa, ho notato che la pelle delle mie mani era diventata liscia, luccicante, quasi squamata. Vado dal medico, che mi indirizza dal dermatologo, il quale mi prescrive delle analisi. Risultato: tutto nella norma, per cui mi tranquillizzo e continuo la vita di sempre. Passano i mesi e il fenomeno della pelle luccicante, quasi plastificata, aumenta. Altre analisi, ma nessun riscontro degno di nota. Con gli anni tutto il corpo assume questa sembianza plasticosquamato, le successive Tac e risonanze evidenziano che anche gli organi interni sono avvolti da una calotta plastico poliuretanica. L’ unico organo libero è il cervello, protetto dal guscio cranico molto resistente. La scienza medica non può fare nulla e mi arrendo consapevole di vivere in un corpo di plastica. Forse il troppo pesce di mare mangiato mi ha portato a questa patologia. Penso che, quando sarò morto, smaltiranno il mio corpo nel sacco giallo della raccolta differenziata!
Il lettore racconta la storia di un uomo che mangia tanto pesce pescato in mare, e alla fine la sua pelle e i suoi organi vengono avvolti dalla plastica