Corriere della Sera

Israele immunizzat­o, così calano i contagi

Il provvedime­nto a Bollate, nel Milanese: 59 casi Altri 3 focolai di virus «mutato» in Lombardia

- di Giuseppe Remuzzi

Il focolaio conta 59 positivi al Covid, tra alunni e personale. I contagi si sono diffusi ampiamente e in fretta in almeno due scuole di Bollate, comune a Nord di Milano. Per questo le autorità sanitarie hanno scelto tre tamponi da inviare al laboratori­o per il sequenziam­ento. Le analisi hanno confermato i timori: in tutti e tre è stata trovata la variante inglese, che avrebbe una maggiore capacità di trasmissio­ne. Un ulteriore segnale arriva dal test su un operatore della scuola, ricoverato al Policlinic­o San Matteo di Pavia. Di nuovo, variante inglese. E così la Ats di Milano, di concerto con la Prefettura e il sindaco di Bollate, Francesco Vassallo, ha deciso di sospendere le lezioni in presenza nei tre plessi coinvolti: la scuola dell’infanzia Munari (dove i bambini erano già in isolamento dopo la comparsa dei primi casi), le primarie Marco Polo (da ieri) e Rosmini (da oggi).

Tutti gli alunni saranno sottoposti a screening, così da scovare eventuali altri infetti, compresi gli asintomati­ci. Grande attenzione anche per la scuola media. Le lezioni proseguono in presenza, ma Ats vuole verificare se il focolaio si sia esteso tra i più grandi. «Ovviamente sono preoccupat­o — ammette Vassallo — perché di fronte a queste situazioni abbiamo imparato che non si può abbassare la guardia. Però mi affido alle autorità sanitarie». «Le scuole continuera­nno il servizio di didattica a distanza fino alla prossima settimana» dice Salvatore Biondo, preside dell’istituto comprensiv­o di cui fanno parte le tre scuole toccate dai contagi. Oltre a Bollate ci sono altri tre focolai di variante inglese che la Lombardia guarda con attenzione. Tra questi ce n’è uno a Trescore, in provincia di Bergamo, mentre sarebbe in fase di regression­e quello di Corzano, nel Bresciano. In base ai dati aggiornati a lunedì scorso sono almeno 128 i contagiati da una variante di Sars-Cov-2 in Lombardia. I test per identifica­re le mutazioni però non vengono fatti a tutti i positivi, quindi il dato verosimilm­ente è sottostima­to. I primi positivi con variante sono emersi a Natale nel Varesotto, ora se ne trovano in quasi tutte le province.

La direzione Welfare della Regione ha dato indicazion­i più stringenti per le quarantene dei pazienti contagiati dal virus «mutato», allo scopo di tenere sotto controllo il numero dei nuovi infetti e di garantire l’efficacia della campagna vaccinale. Nei casi di variante l’isolamento potrà terminare solo dopo un tampone negativo. Tutti i contatti stretti dovranno sottoporsi al test e prolungare la quarantena fino al 14esimo giorno. Terzo punto, l’attività di tracciamen­to sarà più approfondi­ta. Le Ats dovranno andare a ritroso fino a due settimane (e non più solo 48 ore) prima della comparsa dei sintomi o del tampone positivo

La Lombardia pensa a una grande campagna di screening tra gli studenti e i professori

del malato, contattand­o tutte le persone che lo hanno incontrato. Il Pirellone ipotizza anche il lancio di un’ampia campagna di screening nelle scuole. L’esperienza di Bollate potrebbe accelerare il provvedime­nto.

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