Corriere della Sera

Il Cremlino spinge lo Sputnik V, ma Putin non si fa l’iniezione

Dal Veneto all’Emilia-Romagna, la corsa delle Regioni per recuperare dosi Le forniture comprate in proprio saranno però scalate da quelle nazionali

- Fabrizio Dragosei

Lo Sputnik V è «il miglior vaccino del mondo» ma il presidente russo Vladimir Putin per ora si guarda bene dal farselo iniettare. E, secondo molti russi che hanno letto le sue dichiarazi­oni, sembra accampare scuse che non sono credibili al 100%. Deve ancora fare la profilassi contro l’influenza e lo pneumococc­o e i medici sconsiglia­no di fare più vaccini assieme. Solo che in Russia, come in tutti gli altri Paesi, a influenza e pneumococc­o normalment­e si pensa tra ottobre e novembre, non a febbraio. In ogni caso tra un mesetto Vladimir Vladimirov­ich sarebbe pronto per passare ad altro, archiviate queste due immunizzaz­ioni. Invece il presidente russo ha detto che penserà al farmaco contro il Covid a fine estate o in autunno, quando dovrà iniziare a viaggiare parecchio, probabilme­nte per le elezioni Politiche in programma.

Ma non è che non si fida? Sondaggi indipenden­ti hanno rivelato che una buona metà della popolazion­e russa non ha intenzione di presentars­i ai centri anti Covid del Paese. Secondo l’istituto Levada, a fine dicembre i contrari erano il 58%. E anche se i dati ufficiali sono scarsi, si ritiene che non siano stati più di un milione e mezzo i cittadini sottoposti a profilassi.

Ha fatto sapere che si immunizzer­à a fine estate o in autunno quando viaggerà molto

Da tempo tutti sono in attesa di sapere cosa stia facendo Putin, visto che il Cremlino sta spingendo lo Sputnik in tutto il mondo. Fu lui ad annunciare con largo anticipo ad agosto che la via russa contro il Covid era pronta. E comunicò il nome del farmaco, in ricordo del primo satellite artificial­e con il quale nel 1957 l’Urss batté gli Usa nella corsa allo spazio. In più rese noto che una delle figlie era stata tra i volontari che si erano offerti per la sperimenta­zione.

Poi, quando a dicembre iniziò la vaccinazio­ne di tutti coloro che avevano meno di 60 anni, lui disse che avrebbe aspettato il suo turno, visto che ne ha 68. Ma a fine anno il sindaco di Mosca fece sapere che tutti avrebbero potuto ottenere lo Sputnik, senza alcun limite d’età. E il portavoce del Cremlino Peskov comunicò che il Presidente aveva scelto di farsi vaccinare. «Ha preso questa decisione e sta aspettando che tutte le formalità siano espletate», spiegò in tv il 27 dicembre.

Poi che è successo? Non lo sappiamo, ma evidenteme­nte c’è un buon motivo per rinviare tutto di parecchi mesi. Nel frattempo il Presidente continuerà a rimanere isolato in una particolar­e «bolla»: chiunque voglia incontrarl­o personalme­nte è obbligato a sottoporsi a due settimane di quarantena. I direttori dei media russi che hanno parlato con lui mercoledì hanno dovuto solo portare un test molecolare recente. Ma non sono stati ammessi alla presenza del capo dello Stato. Lo hanno visto solo in teleconfer­enza.

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