Corriere della Sera

La Spezia, le scuse agli omosessual­i per il modulo sulle categorie a rischio

Polemiche per i gay inseriti nell’elenco Bufera sull’Asl. La replica: il testo era del ministero

- Riccardo Bruno

Una catena di ottusi copiaincol­la, la riproposiz­ione senza leggerle di vecchie tabelle, una raccomanda­zione superata da almeno vent’anni, scritta per le donazioni di sangue ai tempi dell’Hiv e utilizzata adesso anche per le vaccinazio­ni anti-Covid. Risultato: i pazienti spezzini che nei giorni scorsi hanno chiesto all’Asl 5 di immunizzar­si contro il coronaviru­s, hanno ricevuto un modulo dove dovevano indicare se erano un soggetto a rischio. Ovvero: «Tossicodip­endente, dedito alla prostituzi­one, omosessual­e». Un’enormità, un’affermazio­ne discrimina­toria frutto, a quanto si è poi scoperto, innanzi tutto di sciatteria burocratic­a. E che ha innescato un violento scontro politico.

La denuncia parte sui social. Ferruccio Sansa, consiglier­e regionale ligure ed ex candidato governator­e per centrosini­stra e M5S, mostra il modulo su Facebook: «Abbiamo cercato di chiedere informazio­ni all’Asl 5 — spiega — dopo 13 telefonate senza risposta, finalmente l’ufficio igiene pubblica e vaccinazio­ni ci ha risposto: “Sì, conosciamo quel foglio, ma l’ha fatto un altro ufficio”. Chiediamo alla Regione, ad Alisa e all’Asl 5 come sia stato possibile inserire, senza la benché minima evidenza scientific­a, l’essere omosessual­i nelle categorie di comportame­nti a ridioevo», schio». Il caso è macroscopi­co. I vertici dell’Asl spezzina, travolti dallo scandalo, si cospargono il capo di cenere. Il direttore generale Paolo Cavagnaro: «Un chiaro errore, lo riconoscia­mo, che stiamo anche tentando di spiegarci per cui possiamo solo scusarci con il Coordiname­nto Liguria Rainbow e con tutti i cittadini che si siano sentiti offesi». Il governator­e Giovanni Toti, che ha anche la delega sulla Sanità, è infuriato: «Episodio inaccettab­ile e discrimina­torio» e annuncia indagini interne e provvedime­nti disciplina­ri.

E mentre s’ingrossa il coro dell’indignazio­ne, soprattutt­o da sinistra ma non solo («MeGermania «Oscurantis­mo», «Problema culturale»), la rapida indagine interna porta a scoprire che era stata copiata una tabella contenuta in un documento del ministero della Salute dell’ottobre scorso: in un allegato dell’Anagrafe nazionale vaccini, ecco riproposte esattament­e le stesse categorie e lo stesso obbrobrio.

È il presidente Toti a darne immediatam­ente notizia e a ribaltare il veleno sugli avversari politici: «È emerso che l’errore deriva dal copia-incolla delle linee guida ministeria­li. Ovviamente questo moltiplica lo sbaglio, certamente non lo cancella. Anzi. Altrettant­o ovviamente consolida il mio giudizio circa la totale incapacità, insipienza, malafede e ottusità di certa opposizion­e in Regione Liguria».

Le luci così si spostano sul ministero che, con una nota, prende atto dell’imperdonab­ile distrazion­e e promette che «la riproposiz­ione in documenti ministeria­li di vecchie e superate formulazio­ni verrà immediatam­ente corretta». Ribadendo ciò che è ovvio, anche se nei documenti ufficiali era scritto l’esatto contrario: che «sono solo i comportame­nti a determinar­e il rischio, non certo l’orientamen­to sessuale delle persone».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy