Corriere della Sera

Impeachmen­t, i video che turbano l’America «Lottavano per Trump»

Il processo al Senato: dopo due giorni per i democratic­i, oggi la parola alla difesa L’accusa: da presidente ha legittimat­o la cultura della violenza

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Giuseppe Sarcina

Donald Trump è «ancora una minaccia per la democrazia americana». Il deputato Ted Lieu, uno dei nove «manager dell’impeachmen­t», riassume il senso dell’ultima parte della requisitor­ia contro l’ex presidente. E aggiunge: «Mi fa paura l’idea che Trump possa di nuovo correre per la Casa Bianca. Non tanto perché possa vincere, ma perché perderebbe ancora», sollevando un’altra ondata di violenza nel Paese.

Nei primi due giorni del processo, in corso nell’Aula del Senato, i «pubblici ministeri» democratic­i, hanno provato a dimostrare due tesi. La prima: l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio fu non solo «incitato», ma anche da Trump. La seconda: «The Donald» ha abbandonat­o tutti i parlamenta­ri e lo stesso vice presidente Mike Pence alla rabbia della folla. Ieri l’ultimo passaggio: il pericolo non è finito. Il vento dell’insurrezio­ne non si è placato. Trump, «l’Incitor in Chief» deve essere non solo condannato, ma escluso a vita da ogni incarico federale.

Il team dell’accusa ieri ha ripreso il racconto cominciato mercoledì pomeriggio, usando come colonna sonora le grida, le violenze dei manifestan­ti. Ancora immagini agghiaccia­nti e in gran parte inedite di poliziotti aggrediti, insultati come «traditori». Il deputato democratic­o David Cicilline insiste sul punto, perché i repubblica­ni si consideran­o i depositari della dottrina «law and order»: «Ci sono stati 140 agenti feriti, 81 aggrediti dai manifestan­ti. Uno è morto, due non si sono ripresi dal trauma e si sono suicidati. Un altro perderà un occhio». È l’ulteriore conferma della «grande umiliazion­e» subita dal Congresso, «l’istituzion­e più sacra della democrazia americana». L’altro giorno i nove deputati democratic­i hanno mostrato video girati dalle telecamere di sicurezza, all’interno di Capitol Hill. Sequenze mai viste prima.

Si vede il vice presidente Pence uscire di soppiatto da una stanza con la famiglia e scendere per le scale in tutta fretta, mentre i vandali trumpiani gli danno la caccia 100 metri più in là. In quello stesso momento, le 14. 25 del pomeriggio, Trump lo sta attaccando via Twitter. Poi ecco iI senatore repubblica­no Mitt Romney che sta per finire in bocca alla falange dei rivoltosi. È uno dei pochi repubblica­ni che voterà per la condanna dell’ex presidente, così come aveva già fatto, unico tra i conservato­ri, nel primo processo (febbraio 2020). Si salva perché incrocia l’ormai celebre poliziotto Eugene Goodman che gli grida: «Di qua». E ancora osserviamo il leader della maggioranz­a democratic­a Chuck Schumer, costretto a tornare indietro, e di corsa, guidato dalla scorta con le armi spianate. Infine il sussurro dei collaborat­ori della Speaker Nancy Pelosi, barricati in una stanza. Invocano l’aiuto della polizia, mentre i manifestan­ti negli uffici accanto gridano beffardi: «Nancy, dove sei?». I filmati hanno turbato il pubblico americano. È stato come rivivere lo shock del 6 gennaio, da una prospettiv­a interna, con gli occhi e le paure degli assediati. Ma l’ipotesi più quotata resta la stessa: alla fine gran parte dei senatori repubblica­ni salverà Trump.

Trump è «ancora una minaccia per la democrazia», conclude il deputato Ted Lieu

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Chuck Schumer Il leader della maggioranz­a dem al Senato viene guidato in corridoio; dovrà tornare indietro di corsa
 ??  ?? L’irruzione I supporter dell’ex presidente Donald Trump irrompono a Capitol Hill a Washington il 6 gennaio alle 2.12 del pomeriggio. Una parte di loro è entrata da una finestra al primo piano dell’edificio del Campidogli­o
L’irruzione I supporter dell’ex presidente Donald Trump irrompono a Capitol Hill a Washington il 6 gennaio alle 2.12 del pomeriggio. Una parte di loro è entrata da una finestra al primo piano dell’edificio del Campidogli­o
 ??  ?? Mike Pence L’ex vicepresid­ente fugge dalla stanza dove si è nascosto con la sua famiglia. I rivoltosi urlano il suo nome
Mike Pence L’ex vicepresid­ente fugge dalla stanza dove si è nascosto con la sua famiglia. I rivoltosi urlano il suo nome
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Mitt Romney Il senatore repubblica­no (anti trumpiano) dello Utah viene salvato dal poliziotto Eugene Goodman

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