GLI IMBRANATI E I REDIVIVI IL TEATRINO DELLA CRISI
Caro Aldo, come si sono comportati i vari leader politici, di fronte alla prospettiva di un governo Draghi?
Ecco una sintetica valutazione.
Conte: imbronciato. Di Maio: defilato. Crimi: imbranato. Zingaretti: imbarazzato. Renzi: compiaciuto. Calenda: disponibile, Bonino: pronta. Salvini: pragmatico. Meloni: dogmatica. Speranza: speranzoso: Fratoianni: schizzinoso. Tabacci: tifoso. Berlusconi: redivivo.
ICaro Gianfranco, l suo piccolo giudizio universale è abbastanza aderente alla realtà. Conte mi pare un equivoco chiarito. Di Maio ne esce abbastanza bene, soprattutto se riuscirà a mantenere la Farnesina. Anche le altre sue definizioni mi sembrano calzanti. Aggiungerei qualche considerazione. Come può un capo partito, sia pure provvisorio, restare al proprio posto, dopo aver annunciato il no del suo movimento al governo, per venire contraddetto il giorno dopo dal fondatore ed essere costretto a capovolgere la linea? Eppure Vito Crimi sempre lì resta. Anche Bruno Tabacci, che se non altro ha una vasta esperienza politica, si è prodotto in un carpiato mica da ridere: da punto di riferimento dei Responsabili pro Conte a primo tifoso di Draghi. C’è poi il derby a destra. Il tempo dirà chi tra Salvini e Meloni ha fatto la scelta più lungimirante. Il leader leghista aveva bisogno di un bagno d’Europa per essere credibile come aspirante premier, dopo le prossime elezioni; ma a destra il governo Draghi non avrà solo tifosi, specie se la rimodulazione dell’Irpef aumenterà le tasse ai redditi medio-alti (che sono già tra le più elevate al mondo; tanto più che l’Irpef fotografata la ricchezza di lavoratori dipendenti e pensionati, e non degli altri).
Quanto a Berlusconi, chi ricordasse non dico lo spirito di rivolta civile dopo la sua vittoria del ’94, ma le feste con insulti, champagne e gesto dell’ombrello dopo le sue dimissioni da Palazzo Chigi nel novembre 2011, stenterebbe a raccapezzarsi.