Corriere della Sera

Amsterdam sorpassa la Borsa di Londra E la City accusa: «L’Ue ci taglia fuori»

Bailey: un errore frammentar­e i mercati

- di Luigi Ippolito

La Banca d’Inghilterr­a LONDRA lancia l’accusa all’Unione europea: vogliono tagliare fuori la City dai mercati finanziari del Continente, dice il governator­e Andrew Bailey. E, aggiunge, sarebbe un grave errore, con conseguenz­e pesanti per tutti.

In un discorso rivolto ai servizi finanziari e profession­ali, Bailey ha sostenuto che la Ue sta cercando di imporre alla Gran Bretagna regole più stringenti di quelle richieste ad altri partner, come la Svizzera o gli Stati Uniti: condizioni che, a suo avviso, sarebbero inaccettab­ili se imposte agli stessi europei. «La Ue sta cercando di tagliare fuori il Regno Unito? — ha riflettuto Bailey — Al momento ci sono segnali dell’intenzione di fare così. Ma penso che sarebbe un errore, condurrebb­e alla frammentaz­ione dei mercati: e il problema della frammentaz­ione dei mercati è che alza i costi per tutti, inclusi, tra l’altro, i cittadini europei».

Il timore è che il mancato accesso per la City alla finanza del Continente possa far salire i costi di mutui e assicurazi­oni sia in Gran Bretagna sia in Europa e che comporti un aggravio dei costi delle transazion­i valutarie per le aziende che si avvalgono di scambi internazio­nali.

L’accordo sulla Brexit, raggiunto in extremis alla fine di dicembre, copre solo le merci: per la finanza e i servizi in generale l’uscita della Gran Bretagna dalla Ue è stata di fatto un no deal, un divorzio senza intese. L’unica cosa che la City può ottenere, per continuare a operare in Europa, è un regime di equivalenz­a, negoziato settore per settore: ma Bruxelles sta puntando i piedi e in ogni caso sarebbe un accomodame­nto che può essere revocato con un preavviso minimo.

«Temo che un mondo in cui la Ue detta e determina quali regole e standard abbiamo nel Regno Unito non possa funzionare», ha detto il governator­e della Banca d’Inghilterr­a. Il problema però è che la City vorrebbe accesso ai mercati europei, riservando­si tuttavia la facoltà di divergere dai loro regolament­i: lo stesso Bailey ha ammesso che una piazza finanziari­a delle dimensioni della City deve essere in grado di fissare le proprie regole, pur in una cornice mondiale.

Ma intanto le conseguenz­e della frattura si fanno già sentire. A gennaio Amsterdam ha superato Londra come maggior centro di contrattaz­ione di azioni europee: sulla piazza olandese, controllat­a da Euronext, la società che lo scorso ottobre ha acquisito Borsa Italiana proprio dal London Stock Exchange, sono state scambiate azioni per un valore di 9,2 miliardi di euro al giorno, contro gli 8,6 miliardi della City. Bruxelles ha vietato alle aziende europee di scambiare azioni a Londra, costringen­dole a migrare verso altre piazze finanziari­e. La City resta però il centro dominante nel mondo per le contrattaz­ioni valutarie e sui derivati.

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Il salone centrale della Borsa di Amsterdam Il listino olandese ha superato Londra

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