Falsa partenza
Gli azzurri deludono in superG, Paris è 5° Bassino e Brignone faticano anche di più La neve «facile» non piace alle ragazze Federica giù: «Così mi passa la voglia»
I cervi passeggiano in paese in cerca di cibo, la pandemia ha svuotato le montagne e i locali chic. La natura si riprende gli spazi, l’Italia dello sci di spazi non ne trova al primo doppio appuntamento Mondiale. Il sole incendia le vette rosa dopo grasse nevicate e rinvii, ma l’azzurro è scolorito. Brillano le frecce del superG, ori telecomandati di chi già guida la disciplina in Coppa del Mondo. La ticinese Lara GutBehrami incassa pure i comd’arresto, plimenti del Genoa calcio dove gioca il marito Valon. E poi l’austriaco Vincent Kriechmayr, re sulla Vertigine rivoluzionata dalle linee infide del tracciatore Alberto Ghidoni. Ultimo ad arrendersi Dominik Paris, il più vicino alla medaglia. Cede al trentacinquenne Romed Baumann, uno che è entrato nella squadra tedesca dopo essere stato scaricato dall’Austria.
Falsa partenza per nostri, dopo l’abbuffata di podi e vittorie in Coppa. Non è il modo più incoraggiante di iniziare l’avventura iridata in casa. Decisiva l’assenza di Sofia Goggia, evocata di continuo: l’amica Michela Moioli ieri le ha dedicato l’argento ai Mondiali di snowboard in Svezia.
Senza Sofi ci si aspettava di faticare nelle prove veloci. Ma non così. Fra le due battute quella delle donne è la più fragorosa. Passo lento e rimpianti, Marta Bassino, undicesima, perde tutto in una curva accumulando un secondo di scarto nella parte alta dell’Olympia. Le sue qualità emergono nel tratto più tecnico e almeno questa è una bella notizia in vista del gigante della prossima settimana. «Neve facile» ripetono le nostre atlete. Vuol dire molle, soffice. Condizioni poco amate, deragliano anche le seconde linee, Elena
Curtoni e Francesca Marsaglia.
Per Federica Brignone il discorso è diverso: fra la vincitrice della Coppa del Mondo 2020 e Cortina non c’è mai stato feeling: «Quello schuss sopra proprio non mi va giù, da sempre. Avrei preferito un superG con partenza abbassata (quello rinviato martedì per scarsa visibilità, ndr). Non ho mai sentito la velocità, non l’ho mai trovata». Ma c‘è anche una componente mentale, se dopo un’annata strepitosa non riesce a ripetersi. Soffre la mancanza di calore, eppure qualsiasi atleta ormai è abituato ad esibirsi in luoghi deserti, anche lei. Solitudine da ex numero uno, non risparmia frecciate. «La cosa più brutta è stata tagliare il traguardo e non sentire nulla: né un applauso dai pochi presenti, né la voce dello speaker, né un filo di musica. Mi è scesa una depressione addosso, che quasi mi passa la voglia di sciare. Speravo di provare un’emozione, al di là di come sarebbe andata. Così è una schifezza».
Mezzo sorriso e freno a mano sui sentimenti per Paris, il gigante non poteva difendere l’oro conquistato ad Aare 2019, non dopo il lungo percorso di riabilitazione seguito all’infortunio. La priorità non era il superG, ma la discesa di domenica. Il quinto posto porta buone sensazioni, per Christof Innerhofer invece sono solo incubi sulla pista dove due anni fa si ruppe il ginocchio. Serve uno nuovo start all’Italia, per fortuna siamo solo all’inizio.