Corriere della Sera

Governo, i sette punti del programma Draghi cerca una moratoria tra i partiti

Carraro: la svolta ambientale spingerà le imprese

- di Marco Galluzzo e Francesco Verderami

Iprimi sette obiettivi del governo Draghi. A cominciare dal nodo che riguarda la prescrizio­ne e il voto sulla riforma Bonafede. Il presidente del Consiglio lavora anche per una moratoria tra i partiti. Sono diversi i dossier rimasti ancora aperti, dall’Ilva all’Alitalia passando per Autostrade e 5G. Ieri il primo giro di telefonate con i leader dei partiti.

Enrico Carraro meno di un mese fa, in piena crisi di governo, il suo appello all’unità, a un fronte comune per far sì che il Recovery plan non fosse “l’elenco della spesa”. Sembra che Draghi abbia ascoltato le sue parole…

«Il presidente Mario Draghi non ha bisogno dei miei consigli, conosce molto bene il mondo delle imprese, tanto che la squadra include, tra gli altri, un profilo di grande profondità come quello di Vittorio Colao. Questo governo sembra aver chiaro come l’interesse delle imprese coincida con l’interesse del Paese. Non è stato sempre così».

La soddisfa anche la nomina di Andrea Orlando a ministro del Lavoro?

«Non lo conosco, penso che il Consiglio sia complessiv­amente equilibrat­o».

Alcuni hanno trovato irrituale la convocazio­ne delle parti sociali da parte del ministro del Lavoro prima del voto di fiducia al governo.

«Non penso che l’iniziativa sia irrispetto­sa del Parlamento. Piuttosto denota un senso pratico del quale adesso abbiamo molto bisogno vista l’urgenza e l’emergenza del lavoro. Le decisioni vanno prese in tempi molto stretti».

Orlando, infatti, sta già discutendo con i sindacati della fine del blocco dei licenziame­nti, in vista dell’incontro con le imprese martedì. Come uno dei maggiori imprendito­ri italiani, oltre che presidente di Confindust­ria Veneto, ha proposte in merito?

«Il blocco è servito fin qui a evitare il collasso di famiglie, comunità, territori, ma non si può pensare di mantenerlo ancora a lungo senza peraltro ripensare le politiche attive del lavoro».

Quindi il blocco dei licenziame­nti deve saltare?

«Lo “sblocco”, se così possiamo chiamarlo, deve necessaria­mente essere selettivo. Ci sono settori industrial­i, almeno qui in Veneto, che hanno ripreso a produrre a buoni ritmi e a esportare l’anno scorso e che prevedono già un 2021 positivo».

A quali settori si riferisce?

«Una larga parte della meccanica, per esempio, che lavora con l’Asia e la Germania. Molte aziende sono alla ricerca di figure tecniche e profession­ali che paiono introvabil­i in Italia».

Si rischia di allargare contempora­neamente disoccupaz­ione e “mismatch”, cioè il mancato incontro tra offerta e domanda di lavoro?

«Sì, se non si parte subito con un piano straordina­rio per la formazione, la ricollocaz­ione delle persone, la riforma degli ammortizza­tori. Lo chiedo da tanto tempo. Ricordo che durante la cassa integrazio­ne, la formazione non si può fare. E il mismatch si sta allagando».

In quali casi il blocco dei licenziame­nti va mantenuto?

«Nei comparti ancora fermi o che faranno più fatica a riprenders­i. Sono quelli che hanno più a che fare con il mercato domestico, la domanda interna non ha dato fin qui segnali di recupero».

Crede alla svolta ambientale annunciata con la creazione del nuovo ministero affidato al fisico Cingolani?

«La considero una grande opportunit­à per l’industria. Nessuno può più girare la faccia dall’altra parte di fronte ai rischi climatici. Le politiche ambientali hanno bisogno della crescita e viceversa».

Cosa si aspetta dal nuovo piano per i fondi del Next Generation Eu?

«Le riforme a supporto del piano di sviluppo».

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Enrico Carraro, presidente del gruppo di Campodarse­go e presidente di Confindust­ria Veneto

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