Salvini ai ministri: ci siamo, si deve vedere
La cena con Giorgetti e gli altri leghisti nel governo: sugli sbarchi si cambi passo, ne ho parlato al premier
Salvini si esercita nel mestiere dell’equilibrio. Lo dovrà fare molto, nei prossimi mesi, per mantenere la carica che piace ai suoi elettori e conquistare la fiducia di chi lo ritiene troppo estremo. Senza rischiare di finire sullo sfondo di un governo del presidente: «Al governo ci siamo e si deve vedere» avrebbe detto a Massimo Garavaglia, Giancarlo Giorgetti ed Erika Stefani, i tre ministri leghisti che ieri sera hanno cenato da lui. Al termine, Salvini ha annunciato che i ministri sono già al lavoro: «Siamo pronti a incontrare famiglie e imprese da troppo tempo in attesa degli aiuti
Mettiamoci insieme scegliendo poche cose Non sulla giustizia o sulla Carta, ma sul ritorno alla normalità dovremmo unirci tutti
promessi. Garavaglia non sarà al ministero ma sul territorio per incontrare operatori del turismo invernale. Gli altri impegni urgenti dei ministri saranno con le associazioni dei disabili e affrontare i dossier lasciati aperti dal precedente governo: Ilva, Alitalia e sostegno alle troppe imprese dimenticate».
Il tema tutto politico è evidenziato dai capigruppo Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari, ed è il decreto sul rinvio delle aperture degli impianti da sci, ma la nota va oltre il merito della stagione invernale: «Non si può continuare con il “metodo Conte”, annuncio la domenica e chiusura il lunedì». Con Speranza «appena riconfermato ministro, è necessario un cambio di squadra». Insomma, un sottosegretario che possa rappresentare la voce della Lega.
Ospite di Mezz’ora in più, Salvini ha parlato anche della ministra dell’Interno Lamorgese. Nessuna richiesta di dimissioni, assurdo chiederle 24 ore dopo il giuramento. Ma la richiesta è di discontinuità: «Un cambio di passo e di politiche. Non è possibile che l’anno scorso siano triplicati gli sbarchi». Poi, il segno del nuovo corso: «Non chiedo politiche sovraniste, applichiamo semplicemente ciò che fanno spagnoli e francesi. Ne ho parlato con Draghi e lui ha detto che i confini italiani sono i confini europei. E penso che Draghi abbia l’autorevolezza per ottenere in Europa quello che a Conte non è riuscito». Detto questo, per Salvini è meglio non mettere troppa carne al fuoco: «Bisogna mettersi insieme e scegliere poche cose». Dunque, «non la riforma della Giustizia o della Costituzione. Ma salute, lavoro, ritorno alla normalità dovrebbero unire tutti».