Addio a «Erriquez», fondatore della Bandabardò
Era l’anima libera di una delle band più libere dello spettacolo italiano. Enrico Greppi, in arte «Erriquez», volto della Bandabardò, è morto ieri mattina nella sua casa di Fiesole, in Toscana. L’artista aveva 60 anni e combatteva da tempo contro un brutto male, ma la sua riservatezza unita alla sua proverbiale energia non avevano mai fatto trasparire nulla all’esterno.
Con la Bandabardò aveva festeggiato il traguardo dei 25 anni di carriera con un grande evento al Mandela Forum di Firenze, insieme a tanti artisti amici. «Salutiamo con gratitudine un guerriero generoso e un grande Poeta», ha scritto la sua famiglia, tratteggiando l’immagine di una persona amatissima, anche per il suo impegno nel sociale. «Se tutti facessero pochissimo sarebbe già un’enormità», aveva detto in una delle sue recenti interviste, lui che era solito prestare la sua musica al servizio di cause sociali importanti.
Già dalla sua nascita, nel 1993, il gruppo era sempre rimasto fedele a se stesso e ai propri ideali, diventando un punto di riferimento della scena musicale degli anni 90. «Il più scatenato, roboante e colorato gruppo folk italiano in attività», si legge aprendo il sito ufficiale della band, ed Erriquez rappresentava in tutto, esattamente, questo spirito. Tra i brani di successo della band, c’è quel «Se mi rilasso collasso», popolarissimo anche tra i più giovani. Tra le tematiche che più stavano a cuore a Greppi, c’era il lavoro: «Noi musicisti dobbiamo batterci per non trasformare l’Italia in una grande sacca in cui prendere lavoratori quando servono e ridarli indietro quando non servono — aveva dichiarato —. Dobbiamo ricordare le lotte e quello che abbiamo conquistato sul lavoro: sotto quelle soglie non dobbiamo più andare».
Nonostante la malattia, i progetti non mancavano: «Con la band non vediamo l’ora di tornare all’estero — aveva confessato —, dopo anni di semina ora stiamo raccogliendo: ci aspettano, ci chiamano. Noi faremo tutto con un’umiltà spaventosa. Alla “noi”». Tra i tanti messaggi di cordoglio, quello del sindaco di Firenze Nardella, che sui social ha scritto: «Ci lascia un grande artista, pieno di umanità e talento. La tua musica rimarrà per sempre con tutti noi. Che la terra ti sia lieve».
Anche il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Mazzeo, lo ha voluto ricordare, scrivendo: «La sua voce ha accompagnato tanti 25 aprile, tanti Primo Maggio, tante manifestazioni. Ci lascia un pezzo della nostra giovinezza, ma resta la musica col suo straordinario potere di sopravvivere a chi se ne va».