Corriere della Sera

Non è mai perfetta, spesso la migliore

- di Mario Sconcerti

Il campionato nato dai risultati di sabato mette l’Inter in testa per la prima volta. Si può anche ampliare il concetto e dire che restano in gara solo le quattro squadre oltre i 40 punti. Le altre hanno dieci punti di distacco, cioè tre vittorie e un pareggio reali, sono quattro partite indietro sulle sedici che restano. Troppi. L’Inter va in testa nel momento in cui gioca meglio, non conta più cosa le manca, conta quello che ha più degli altri. Conte sa che alla squadra manca il grande numero dieci. Lo ha cercato prima in Brozovic, poi in Vidal dimentican­do gli anni e l’usura. Si sta adattando ad Eriksen che infatti migliora, è dentro al gioco ma non ha insistenza fisica e di carattere da abbinare alle qualità tecniche. Però è un mattone in più in una costruzion­e che si è fatta solida. Con il suo tran tran, la sua via mediana tra Guardiola e Allegri, l’Inter non sarà mai perfetta ma molto spesso la migliore. Conte festeggia oggi la sua 60esima partita di campionato, ne ha vinte 39 e perse solo 6, la Juve nello stesso periodo ne ha perse 10. Sono cifre coerenti con un gioco robusto pieno di giocatori anche brillanti. Niente sarebbe possibile senza Lukaku, ma questo è un argomento comune a tutte le squadre migliori. C’è stata nell’Inter una piccola crescita continua. Non siamo a vertici impazienti, ma a un rendimento costante, direi saggio. Si avverte nell’Inter una chiarezza di guida che non si sente nella Juve. Conte non ha buttato via niente, ha usato bene tutto quello che aveva, restando semplice, rimettendo sempre in ordine la squadra. Vedremo dove arriverà. Arriva il derby, la partita migliore per far tornare il Milan alla concentraz­ione. Sono le due squadre più complete. Non la Juve a cui manca anche solo un riferiment­o forte, meno calligrafi­co, nella guida. Non la Roma che gioca spesso meglio di tutti, ma non è mai conclusa. E nemmeno la Lazio che ha perso troppe volte all’inizio. Da tempo ha i giocatori migliori, ma pochi e sempre quelli. La differenza di Inter e Milan è nel modo in cui usano i loro fuoriclass­e. Lukaku e Ibra sono sempre al centro del gioco, non così Ronaldo, non più. Non so se si sia normalizza­to lui o dipenda dal ruolo che gli ha dato Pirlo, ma si avverte che non è più decisivo nella testa, come capisse una sua inutilità in questo strano contesto. Nasce e si sviluppa così un bellissimo campionato controvers­o, vissuto in cattività, senza nessun precedente. Diverso anche nella bassa classifica. Spezia e Benevento hanno saltato la vecchia genetica e sono avanti nell’evoluzione. Questo porterà la squadra di almeno una grande città in serie B.

Concentraz­ione Milan

Arriva la stracittad­ina, la partita ideale per il Milan per ritrovare la giusta concentraz­ione

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