Strapotere Milano in Coppa Italia: Pesaro annullata
Messina, 30° trofeo: «Vittoria di livello assoluto, gruppo solido, ma giovedì c’è già il Maccabi»
È stata questione di qualche minuto. Il tempo necessario alla macchina dell’Olimpia per scaldare il motore. Poi tra i favoriti della Final Eight, primi in campionato e padroni di casa, e la sin qui sorprendente Carpegna Pesaro, si è spalancata una voragine. È finita 87-59, ed è record considerando i 31 punti inflitti a Venezia e i 28 rifilati alla Reggiana. Soddisfatto Messina, che aggiunge alla sua collezione di trofei (30 in totale) l’ottava Coppa Italia, una in più di quante ne ha la sua stessa squadra: «È stata una vittoria di livello assoluto — ha commentato —. Sono contento perché questo gruppo è solidissimo. Ma giovedì si ricomincia col Maccabi e per lo scudetto, lo sapete, i playoff azzerano tutto».
L’Ax Armani ha spinto sull’acceleratore dal primo all’ultimo minuto. All’inizio Pesaro ha tenuto, con un Cain prepotente sotto canestro (12 rimbalzi). Ma quando ha fatto il suo ingresso Rodriguez, la musica è cambiata. Assist (8 ieri, 26 nei tre match) e una brillante orchestrazione, hanno portato Milano a più 6 alla fine del primo quarto. Poi è arrivata la cavalleria. E Datome ha dato il suo contributo, infilando 9 punti nel 18-0 che ha spaccato in due la partita.
La squadra di Repesa ha provato a tamponare le perdite, ma le invenzioni di Filloy, e gli arrembaggi di Drell e Filipovity andavano a sbattere contro il muro milanese. Ogni palla persa o tiro sbagliato, diventava nelle mani dell’Olimpia una transizione letale. Alla fine del primo tempo, gli uomini di Messina erano già a più 27.
Per un’esausta Pesaro le cose sono andate, se possibile, peggio nella ripresa. L’Ax Armani ha regolato il tiro, chiuderà col 62% dal campo. Ha concesso qualcosa nel terzo quarto. Ma poi ha abbassato la saracinesca in difesa, mentre in attacco cominciavano a farsi sentire anche Punter e Leday (13 punti a testa). Il divario è salito fino ai 38 punti, con uno spettacolare stepback di Datome, prima di assestarsi sui 28 finali. Il sardo, 15 punti e 5 rimbalzi, è stato nominato Mvp: «Sono felice perché sono a Milano proprio con l’obiettivo di vincere e provare certe sensazioni, anche in Italia», ha detto.
L’ex Repesa, di solito vibrante in panchina, è apparso nelle battute finali del match rassegnato: «Non mi piace perdere — ha dichiarato — ma per noi tre partite in tre giorni sono troppe». Pesaro è stata la sorpresa di questa Coppa, ha strappato con le unghie la vittoria con Sassari e con Brindisi, ma al cospetto di Milano si è sciolta: «Una squadra costruita e allenata in modo strepitoso», ha certificato l’allenatore croato.
31 punti a Venezia, 28 a Reggio e a Pesaro: 87 punti è record, scarto massimo in Final Eight