Soltanto la variante inglese minaccia il volo di Luna Rossa
Coppa America più vicina: 4-0 su Ineos. Ma Auckland entra in lockdown
Toccare il corno rosso sul biglietto arrivato a Auckland dalla Toscana all’inizio della serie di regate della finale di Prada Cup — «in c..o alla balena!», firmato dall’armatore, Patrizio Bertelli — è diventato il rito portafortuna che vale più di una macumba. Luna Rossa vola 4-0 su Ineos, la Coppa America contro i detentori di team New Zealand (6-22 marzo) è sempre più vicina, la scaramanzia fin qui è salva. Ma è la variabile impazzita del Covid a spezzare l’inerzia vincente degli azzurri: tre casi di positività registrati in un sobborgo di Auckland hanno spinto Jacinda Ardern, primo ministro della Nuova Zelanda, a dichiarare un mini lockdown di 72 ore che costringerà l’organizzazione della Prada Cup a riprogrammare le regate 5 e 6 di mercoledì. Salvi dovrebbero essere gli allenamenti in acqua di oggi e domani, già previsti come giorni di riposo, con i velisti considerati «lavoratori necessari» come i tennisti dell’Australian Open a Melbourne.
«Super happy» urla nel microfono del casco da astronauta (copyright Cino Ricci) Francesco Bruni, timoniere italiano del pozzetto a due teste di una Luna bellissima e piena, in controllo dell’avversario in ogni condizione di vento, dall’aria leggera della prima prova al vento fresco della quarta, aperta da un serio tentativo di scuffia degli inglesi, portati via da una raffica e atterrati sull’acqua con un poco rassicurante splash da pattino della Riviera romagnola. Perché il grande merito del team italiano («Non esiste solo il calcio, c’è anche la nazionale della vela: il tifo da casa lo sentiamo, ci spinge verso la coppa» sorride Bruni) è proprio aver ridimensionato la flotta in missione per conto di sua maestà la regina: il baronetto dei quattro ori tra Sydney 2000 e Londra 2012, Sir Ben Ainslie, e il suo equipaggio onusto di medaglie olimpiche (9 in totale), titoli mondiali (24) e sterline (budget mai dichiarato di 110 milioni). Mica male se pensiamo che nei gironi di Prada Cup Luna Rossa non aveva mai battuto Ineos. Era il 23 gennaio: in cima a nove sorpassi e una richiesta di penalità sfondando il muro dei 50 nodi (50,29 per la precisione, 93,137 km all’ora: il record degli inglesi è ancora imbattuto), Ainslie volava in finale condannando l’attacco a due punte azzurro, Bruni-Spithill, alla semifinale con American Magic, la barca naufragata.
Saper fare di necessità virtù, una grande dote. Quella che era sembrata la poco piacevole condanna a un esame di riparazione, si è rivelata l’arma in più della Luna. «Regatando si cresce di più che allenandosi» aveva detto lo skipper Max Sirena chiedendo ai suoi di rimboccarsi le maniche. Detto, fatto. Velocità cresciuta del 20%, nuovo set di foil, vele super performanti («grasse» come le ha definite in slang marinaro l’ex nemico Paul Cayard) spedite dall’Italia. Eliminati gli americani, Luna Rossa si è ripresentata in acqua nera e lucida, compatta e smagliante. Completato l’upgrade del mezzo, gli uomini hanno registrato la comunicazione a bordo. Ora il pozzetto triangolare — Bruni timoniere mura a sinistra, Spithill a destra, Sibello regolatore della randa smarcato a poppa nel ruolo di tattico — lavora come un sol uomo. In quattro regate, mentre Ineos non riusciva ad alzarsi sui foil e prendeva penalità per essere uscita dai confini del campo, la Luna non ha sbagliato una manovra e non si è lasciata scappare un refolo, confermandosi l’Ac75 migliore all around, cioé in ogni condizione, della piccola flotta. E chi temeva che dopo certe uscite in mare all’alba gli azzurri arrivassero esauriti a sfidare gli inglesi, è servito.
A tre regate dalla meta (vince chi arriva a 7 punti), è presto per parlare di Coppa America. A richiamare tutti all’ordine ci pensa Sirena: «Non è finita qui, restiamo concentrati sul lavoro da finire. Stiamo regatando bene e non possiamo permetterci errori». Pretattica, certo, e sana scaramanzia da marinaio. D’ora in poi saranno le rigorosissime misure anti Covid dei kiwi a dettare l’agenda della finale di Prada Cup. E il corno rosso di Bertelli tornerà utile, maledettamente utile.