Corriere della Sera

Fallisce il piano di Paris Due errori piccoli ma fatali L’Italia resta senza medaglia

Ora si punta su Bassino e Brignone per sistemare il Mondiale

- DAL NOSTRO INVIATO Daniele Sparisci

La scia tricolore svanisce fra le cime delle Tofane, lo spettacolo più bello è il passaggio delle Frecce Tricolori. Le nostre Frecce delle nevi invece continuano a essere spuntate: in questi Mondiali in casa, presentati come molto «green» ma in realtà pieni di traffico — ieri c’erano code di macchine ovunque —, anche l’uomo del riscatto si è inceppato mentre Vincent Kriechmayr entrava nel club del doppio oro iridato. Libera e superG, come Bode Miller a Bormio 2005 e Hermann Maier a Vail nel 1999. Un record festeggiat­o con sobrietà da questo ventinoven­ne taciturno, un record che ha resistito per un solo centesimo all’assalto del sorprenden­te tedesco Andreas Sander: «Sono stato un appassiona­to tifoso di Miller e di Maier, loro sono leggende. Io no, ma posso comunque essere orgoglioso. Eppure non sono stato perfetto in gara».

L’Italia resta a quota zero dopo la prima settimana e adesso tocca alle ragazze, a Federica Brignone e a Marta Bassino rimediare nelle discipline tecniche, a partire dalla combinata di oggi. Le prove veloci senza Sofia Goggia hanno riservato amarezze. La medaglia di legno di Dominik Paris: fa male e più del solito, perché nella prima discesa maschile a Cortina dopo 31 anni (l’ultima nel 1990, in Coppa del Mondo, l’aveva vinta un altro austriaco: Helmut

Hoflehner, ma sull’altra pista) il gigante azzurro ha buttato al vento il successo nella parte centrale dopo un avvio da favola. Succede prima del salto Vertigine, sbaglia e perde una velocità quantifica­ta in 7-8 km/h, atterra male sulla seconda gobba e perde ancora. Lo scarto diventa enorme, nonostante l’impression­ante recupero nel finale.

Aveva un piano studiato durante le prove e la ricognizio­ne, ha fallito l’esecuzione: «Non sono riuscito a fare quello che avevo in testa, peccato perché era tutto chiaro». Domme paga, come altri specialist­i fra i quali Beat Feuz, bronzo, e Matthias Mayer (fuori), anche la particolar­e tracciatur­a del percorso— frenate e curve accentuate— a cura di Hannes Trinkl. Che oltre a lavorare per la Federazion­e è stato il maestro di Kriechmayr. «Facevo fatica sui tornanti, ho sbagliato nei tratti dove avrei dovuto rimanere vicino e poi fare la differenza in basso: ho cambiato marcia e usato la quinta, forse era meglio restare in quarta». Ma non cerca alibi, è un quarto posto doloroso (ex aequo con lo svizzero Marco Odermatt): «Se avessi sciato male non mi sarebbe pesato, quando invece puoi farcela e poi sbagli...».

Delusioni simili le ha già provate: ai Mondiali di St. Moriz del 2017 in combinata, ma soprattutt­o nella discesa olimpica di Pyeongchan­g. Anche lì fu l’amico Feuz a soffiargli il podio. Al netto degli outsider tedeschi — la Germania ha recuperato atleti che sembravano finiti, ha scommesso su altri dal curriculum leggero ma in forte crescita, come Sander— le prime quattro gare del Mondiale rispecchia­no abbastanza fedelmente la stagione di Coppa del Mondo con i migliori davanti. E misurano il valore della Goggia nella squadra azzurra.

Ora tocca alle altre dimostrare carattere e testa per ribaltare una situazione che può diventare difficile sul piano psicologic­o. Federica Brignone deve lasciarsi alle spalle tormenti e dubbi, ritrovare le sue linee meraviglio­se, Marta Bassino deve tornare gigante. Sono i giorni della maturità.

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(Afp) Deluso Dominik Paris impegnato nella discesa mondiale: l’azzurro ha chiuso al quarto posto su un tracciato poco adatto alle sue qualità

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