Fallisce il piano di Paris Due errori piccoli ma fatali L’Italia resta senza medaglia
Ora si punta su Bassino e Brignone per sistemare il Mondiale
La scia tricolore svanisce fra le cime delle Tofane, lo spettacolo più bello è il passaggio delle Frecce Tricolori. Le nostre Frecce delle nevi invece continuano a essere spuntate: in questi Mondiali in casa, presentati come molto «green» ma in realtà pieni di traffico — ieri c’erano code di macchine ovunque —, anche l’uomo del riscatto si è inceppato mentre Vincent Kriechmayr entrava nel club del doppio oro iridato. Libera e superG, come Bode Miller a Bormio 2005 e Hermann Maier a Vail nel 1999. Un record festeggiato con sobrietà da questo ventinovenne taciturno, un record che ha resistito per un solo centesimo all’assalto del sorprendente tedesco Andreas Sander: «Sono stato un appassionato tifoso di Miller e di Maier, loro sono leggende. Io no, ma posso comunque essere orgoglioso. Eppure non sono stato perfetto in gara».
L’Italia resta a quota zero dopo la prima settimana e adesso tocca alle ragazze, a Federica Brignone e a Marta Bassino rimediare nelle discipline tecniche, a partire dalla combinata di oggi. Le prove veloci senza Sofia Goggia hanno riservato amarezze. La medaglia di legno di Dominik Paris: fa male e più del solito, perché nella prima discesa maschile a Cortina dopo 31 anni (l’ultima nel 1990, in Coppa del Mondo, l’aveva vinta un altro austriaco: Helmut
Hoflehner, ma sull’altra pista) il gigante azzurro ha buttato al vento il successo nella parte centrale dopo un avvio da favola. Succede prima del salto Vertigine, sbaglia e perde una velocità quantificata in 7-8 km/h, atterra male sulla seconda gobba e perde ancora. Lo scarto diventa enorme, nonostante l’impressionante recupero nel finale.
Aveva un piano studiato durante le prove e la ricognizione, ha fallito l’esecuzione: «Non sono riuscito a fare quello che avevo in testa, peccato perché era tutto chiaro». Domme paga, come altri specialisti fra i quali Beat Feuz, bronzo, e Matthias Mayer (fuori), anche la particolare tracciatura del percorso— frenate e curve accentuate— a cura di Hannes Trinkl. Che oltre a lavorare per la Federazione è stato il maestro di Kriechmayr. «Facevo fatica sui tornanti, ho sbagliato nei tratti dove avrei dovuto rimanere vicino e poi fare la differenza in basso: ho cambiato marcia e usato la quinta, forse era meglio restare in quarta». Ma non cerca alibi, è un quarto posto doloroso (ex aequo con lo svizzero Marco Odermatt): «Se avessi sciato male non mi sarebbe pesato, quando invece puoi farcela e poi sbagli...».
Delusioni simili le ha già provate: ai Mondiali di St. Moriz del 2017 in combinata, ma soprattutto nella discesa olimpica di Pyeongchang. Anche lì fu l’amico Feuz a soffiargli il podio. Al netto degli outsider tedeschi — la Germania ha recuperato atleti che sembravano finiti, ha scommesso su altri dal curriculum leggero ma in forte crescita, come Sander— le prime quattro gare del Mondiale rispecchiano abbastanza fedelmente la stagione di Coppa del Mondo con i migliori davanti. E misurano il valore della Goggia nella squadra azzurra.
Ora tocca alle altre dimostrare carattere e testa per ribaltare una situazione che può diventare difficile sul piano psicologico. Federica Brignone deve lasciarsi alle spalle tormenti e dubbi, ritrovare le sue linee meravigliose, Marta Bassino deve tornare gigante. Sono i giorni della maturità.