I ministri litigano sullo stop allo sci Ricciardi per il lockdown. È un caso
Il leghista Garavaglia (Turismo): danni per una scelta del governo Il consulente di Speranza sotto attacco: posso farmi da parte
Il primo scontro politico nel neogoverno è ormai entrato nel vivo. Ieri, per il secondo giorno consecutivo, Roberto Speranza e il suo consulente Walter Ricciardi sono stati oggetto di attacchi e critiche da parte della Lega (e non solo) per la proroga del blocco degli impianti da sci decisa domenica dal ministro della Salute e per la richiesta di lockdown totale rilanciata nelle stesse ore dal suo collaboratore. I malumori sono diffusi e la tensione è dunque altissima.
«Spero che con il nuovo governo finisca la stagione degli allarmismi sui giornali e ai telegiornali. Non è possibile che ci sia qualcuno che si alza la mattina gettando nel panico milioni di italiani parlando di morti, feriti, chiusure senza che ne abbia discusso con altri» ha dichiarato il leader del Carroccio, Matteo Salvini, riferendosi a Ricciardi, mentre Massimo Garavaglia, casacca verde anche lui e neoministro del Turismo, ha attaccato Speranza: «È mancato il rispetto per i lavoratori della montagna. La normativa attuale prevede, per assurdo, che il ministro competente possa prendere le decisioni in autonomia. Evidentemente c’è qualcosa da registrare. Penso che sarà oggetto di discussione».
«Mai fatto polemiche in questi mesi. E non ne faccio ora. Dico solo che la difesa del diritto alla salute viene prima di tutto» ha replicato il ministro Speranza, mentre Mariastella Gelmini, ministra per gli Affari regionali in quota Forza Italia, nel corso di una riunione con il Cts ha ribadito l’esigenza di «scelte di rigore» perché «con la pandemia non si scherza», ma ha sottolineato l’esigenza di cambiare il metodo di comunicazione. «Abbiamo chiesto al presidente Draghi una discontinuità col precedente esecutivo, nella sua autonomia non l’ha voluta attuare, in alcuni casi, sui nomi dei ministri» ha commentato invece il deputato Maurizio Lupi, presidente di Noi con l’Italia, «ci aspettiamo che la discontinuità sia nei contenuti e nei fatti, il me
todo adottato da Speranza è offensivo». Lupi ha poi ricordato che «Ricciardi il 22 dicembre pronosticò 40 mila morti nel mese di febbraio, abbiamo superato la metà del mese e i morti sono 4.733, tanti, ma infinitamente di meno di quanti “scientificamente” pronosticati dal profeta di sventura al cui consiglio il ministro della Salute continua ad affidarsi». Richiesta di discontinuità è stata avanzata anche da Giovanni Toti, governatore della Liguria e leader di Cambiamo!.
Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna ed esponente di spicco del Pd, ha invitato a non esprimere valutazioni affrettate sul governo perché «è appena partito, ha insediato i ministri poche ore fa. Chiederei di evitare letture che meritano un po’ di tempo per poter essere giudicate». Bonaccini, intervenendo ai microfoni di Coffee Break su La7, è stato comunque tranchant sulla questione della proroga della chiusura degli impianti da sci: «Speriamo sia un’ultima volta e che d’ora in poi ci sia un nuovo metodo» ha detto, confermando la contrarietà di buona parte del partito dei governatori alla decisione di Speranza. Sul caso Ricciardi, da registrare la presa di distanza del Cts: «Non parla per conto nostro» ha dichiarato una fonte del Comitato tecnicoscientifico all’agenzia Dire, mentre lo stesso consulente del ministro non ha escluso un suo passo indietro: «Io do consigli, se non sono utile, mi faccio da parte».