Corriere della Sera

Decreto ristori, dallo sci richieste per 4,5 miliardi

Con le nuove emergenze rischiano di non bastare i 32 miliardi a disposizio­ne. Cig, proroga differenzi­ata

- Enrico Marro

L’allargamen­to della coalizione di governo e le nuove misure restrittiv­e verso alcuni settori, impianti sciistici in testa, rischiano di rendere insufficie­nti i 32 miliardi a disposizio­ne per il decreto legge Ristori 5. Il provvedime­nto era già stato predispost­o dal governo Conte, ma è rimasto nel cassetto per via della crisi. Ora si riparte da quella bozza dove, ricorda un protagonis­ta della precedente squadra, «già si sforava di un miliardo e mezzo». Adesso, solo per il settore sciistico, la Lega, che ha preso i ministeri dello Sviluppo con Giancarlo Giorgetti e del Turismo con Massimo Garavaglia, dà voce alle richieste degli operatori di ristori per 4,5 miliardi. Che andrebbero coordinati con i ristori perequativ­i (a favore di chi non ha ricevuto precedenti indennizzi e ha subito perdite di fatturato di almeno il 33% nel 2020 sul 2019) già predispost­i nella bozza Conte e che assorbivan­o circa 8 miliardi.

C’è poi il pacchetto preparato dall’ex ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo (M5S), che da solo vale 13 miliardi. Contiene la proroga della cassa integrazio­ne, alla quale è collegato il blocco dei licenziame­nti: fino a 8 settimane per le aziende che usano la cig ordinaria e fino a 26 per le piccole (cig in deroga e fondo integrativ­o).

Ma anche un’indennità di 3 mila euro per i lavoratori stagionali e intermitte­nti, la proroga di Naspi e DisColl, altri due mesi di Reddito di emergenza, un miliardo in più per il Reddito di cittadinan­za. Misure queste ultime che non piacciono alla Lega. Che invece potrebbe chiedere più aiuti per i lavoratori autonomi rispetto al miliardo e mezzo previsto dalla bozza Conte per l’esonero dei contributi. Lega e 5 Stelle potrebbero invece incontrars­i sul potenziame­nto della parte fiscale: rottamazio­ne e saldo e stralcio, oltre alla già prevista diluizione in due anni dell’invio delle cartelle e degli atti di accertamen­to. Ma servirebbe qualche miliardo in più. Senza contare che Draghi vorrebbe potenziare la campagna vaccinale. Bisognerà scegliere.

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